29 marzo 2024
Aggiornato 05:30
Cronaca

Modella inglese tenuta prigioniera in una baita del torinese, l'aguzzino carca di venderla su internet

Liberata dalla polizia di Milano, la donna ha raccontato i sei giorni da incubo in cui è stata ostaggio di Herba Lukasz Pawel, trentenne di origine polacca, individuato e arrestato dagli agenti lombardi con l'accusa di sequestro di persona con scopo di estorsione

LEMIE - L'idea del suo rapitore era quella di chiedere un riscatto ma, contemporaneamente, aveva anche avviato delle trattative per venderla al migliore offerente su internet. Mentre la compravendita per ottenere le prestazioni sessuali della giovane modella ventenne rapita a Milano lo scorso luglio, erano in corso, lei è rimasta segregata in un'abitazione nelle valli di Lanzo a Bogial di Lemie. Liberata dalla polizia di Milano, la donna ha raccontato i sei giorni da incubo in cui è stata ostaggio di Herba Lukasz Pawel, trentenne di origine polacca, individuato e arrestato dagli agenti lombardi con l'accusa di sequestro di persona con scopo di estorsione.

RAPIMENTO - Il rapimento è avvenuto l'11 luglio scorso, quando la giovane è arrivata dalla Gran Bretagna a Milano appositamente per un servizio fotografico pubblicizzato dal suo aguzzino. Una volta raggiunta la location del servizio la ragazza però è stata aggredita e drogata da due uomini. Stando alle prime ricostruzioni di quanto accaduto, pare che i rapitori le abbiamo legato mani e piedi e l'abbiano portata via all'interno di un borsone da viaggio. Dopo un primo stop nella periferia di Milano, i sequestratori si sarebbero quindi diretti alla volta delle valli di Lanzo, fino alla baita che sarebbe stata, di fatto, la prigione della ventenne per i sei giorni successivi. 

LIBERAZIONE - Incatenata a una cassettiera di legno fino al 17 luglio, sarebbe stato il suo stesso carceriere a liberarla dopo aver scoperto che la donna ha un figlio. Stando a quando emerso fin ora, pare che il sequestratore abbia accompagnato la giovane modella al consolato inglese di Milano, facendole credere di essersi pentito e che il suo stato di mamma non fosse conforme ai principi selettivi della setta Black Death di cui l'uomo ha dichiarato di fare parte. Più probabile che, non riuscendo a vendere le prestazioni della ragazza su internet al prezzo di 300 mila euro, come aveva intenzione di fare fin dall'inizio, l'uomo abbia desistito e abbia ricondotto la donna a Milano, dove ha trovato gli agenti ad attenderlo. L’indagine è stata condotta dai pm Paolo Storari e Ilda Boccassini con la collaborazione della polizia postale e degli uomini della squadra mobile.