24 aprile 2024
Aggiornato 20:00
Maxi blitz della Polizia

In manette i fratelli Prochilo, trait d'union con la 'ndrangheta al Nord

Giuseppe e Davide Prochilo erano in contatto con i principali trafficanti di droga calabresi, trapiantati nel nord Italia e in Spagna. La figura di collegamento tra i due e le organizzazioni criminali era Rocco Schirripa

TORINO - Tredici arresti e quattro obblighi di firma: è il bilancio dell'operazione «Hunters» della Polizia di Torino contro attività di spaccio di droga e usura, gestite dai fratelli Giuseppe e Davide Prochilo e da Raffaele Giordano. Al centro dell'indagine coordinata dalla Procura di Torino un giro di droga che serviva anche a pagare le spese legali di esponenti della 'ndrangheta imputati nei processi Minotauro e Crimine.

Chi sono i fratelli Prochilo
I fratelli Prochilo erano in contatto con i principali trafficanti di droga calabresi, trapiantati nel nord Italia e in Spagna. La figura di collegamento tra i due e le organizzazioni criminali era Rocco Schirripa, originario di Gioiosa Ionica ma residente nel Torinese e appartenente al locale di 'ndrangheta di Moncalieri. Quest'ultimo, che in passato era già stato arrestato, ma oggi è libero, risulta indagato.

Sequestrati droga, armi e negozi
Il blitz della polizia ha condotto inoltre al sequestro di ingenti quantitativi di droga, armi da fuoco, immobili, attività commerciali e persino una ditta di autotrasporti. Gli inquirenti inoltre cercano sei cavalli da corsa, uno dei quali è il figlio del noto Varenne. «Tra gli oggetti sequestrati c'è anche una matrice per fabbricare monete da 50 centesimi. Da qui partirà un nuovo filone di indagine, anche perché Torino ha una tradizione di zecche clandestine» ha spiegato Marco Martino, capo della Mobile di Torino, illustrando l'operazione Hunters. Tra i vari capi di imputazione ascritti a Davide Prochilo vi è poi quello di usura ai danni di un tabaccaio di Nichelino a cui erano stati applicati tassi di interesse superiore al cento per cento, dopo un prestito di denaro.