3 maggio 2024
Aggiornato 14:00
Caso CIC

Della Pepa di nuovo sulla graticola, i sindacati chiedono un tavolo in Regione

Ente in liquidazione, 136 lavoratori in mobilità entro fine anno. La minoranza di consiglio vuole sfiduciare il sindaco. I capigruppo si riuniranno per discuterne mercoledì.

IVREA – I 136 ormai prossimi disoccupati del Cic, affossato nei giorni scorsi dopo un'operazione di salvataggio saltata proprio sulla soglia della firma, creano giustamente scompiglio. Sia sul fronte lavoro, sia sul fronte politica. I sindacati chiedono un tavolo di confronto in Regione, tanto per capire quali dinamiche hanno portato «alla frutta» un Consorzio nato e spinto come un'eccellenza del saper fare eporediese, e per valutare le opportunità legate ai dipendenti che andranno in mobilità nel corso dell'anno.

La dinamica ormai è nota, ci saranno due tranche, relative allo scadere di due commesse principali, che metteranno una croce sopra al lavoro dei 136 occupati, di questo si ringrazia, senza andare troppo indietro nel tempo, per prima la rinuncia ad una commessa di 5milioni e 400mila euro espressa sul filo di lana dall'Asl/To3, con un documento arrivato proprio il pomeriggio della firma del patto di riordino dei conti del Consorzio per l'Informatizzazione del Canavese.

Ma questo è solo l'ultimo capitolo di una lunga storia, un'agonia, si potrebbe dire. Dietro ci sono le dinamiche interne al Pd, la questione del riordino delle partecipate in seno alla Regione e, non ultime, le controversie che hanno investito lo stesso consiglio comunale di Ivrea.

Alla luce di quanto accaduto le minoranze ora chiedono la testa del sindaco, che dopo aver approvato per un pelo il salvataggio del Consorzio in consiglio non è stato in grado di ratificarlo al momento buono, nonostante il Comune di Ivrea sia socio maggioritario della società in-house con il 24,9% delle quote, seguito da Csi con il 18,10, Asl/To 4 con il 14,12 e molti altri con quote minoritarie. È in cantiere una possibile mozione di sfiducia a Della Pepa, che per essere presentata in discussione necessita della firma dei due quinti dei consiglieri – tradotto sette in tutto – e potrebbe poi essere approvata solo dalla maggioranza assoluta. I capigruppo si riuniranno per discuterne mercoledì.