Mandzukic, il cattivo che manca al Milan
La straordinaria stagione della Juventus e dell’attaccante croato mette in rilievo una lacuna che a Milanello non hanno ancora colmato dalla partenza di Ibrahimovic

MILANO - L’annata della Juventus di Massimiliano Allegri (quello stesso allenatore trattato come l’ultimo degli scemi ai tempi del Milan) sta per concludersi in maniera trionfale con il sesto scudetto consecutivo (record assoluto in Italia) e la possibilità di centrare pure la terza vittoria di fila in Coppa Italia e soprattutto il successo in Coppa dei Campioni dove è in finale col Real Madrid. Merito del tecnico livornese e della sua duttilità nel cambiare e trovare i moduli migliori per la sua squadra, in particolar modo per aver rigenerato e trasformato un attaccante dato sul piede di partenza e che è stato ed è la chiave dei successi bianconeri: Mario Mandzukic.
Tecnica e carisma
Il centravanti croato ex Atletico Madrid, adattato a fare l’esterno di centrocampo, si è applicato alla perfezione, dando sfogo a tutte le sue migliori qualità: forza fisica, spirito di sacrificio, tecnica e soprattutto un carattere eccezionale. Lotta, combatte e picchia pure, questo è il Mandzukic grazie a cui Dybala e Higuain possono giostrare a loro piacimento in attacco, «dimenticandosi» pure di rientrare qualche volta. Al Milan, dalla dolorosa partenza di Zlatan Ibrahimovic nel luglio del 2012, manca proprio questo: un attaccante di temperamento, cattivo ma non isterico, sempre presente senza lamentele, lagne e depressioni varie, mai lontano dalla squadra, mai animato da manie da solista. Torres, Destro, Bacca, Lapadula, chi per un motivo e chi per un altro, hanno tutti mancato l’appuntamento col far rinascere l’attacco milanista, tutti appartenenti alla categoria dei bravi ma mosci, troppo puliti, troppo timidi, quando invece per imporsi a certi livelli, a meno che non ti chiami Ronaldo, occorre essere anche un poco delinquenti, nel senso ovviamente sportivo del termine. Determinati più del normale, rabbiosi ed arrabbiati in ogni circostanza, capaci di utilizzare anche i gomiti per difendersi e per non farsi schiacciare dagli stopper più ruvidi. Al Milan chi fa questo negli ultimi 5 anni? Nessuno. Chi farà questo il prossimo anno? Fra un Aubameyang, un Morata ed un Kalinic, è opportuno che i dirigenti rossoneri riflettano su quella caratteristica che dalle parti di Milanello latita da troppo tempo, quella sana durezza agonistica che forse oggi avrebbe garantito alla squadra di Montella qualche punto in più. Per dubbi o precisazioni, citofonare Mandzukic.