26 aprile 2024
Aggiornato 01:00
Il racconto di papà Paolo

Dopo due soli GP il team di Simoncelli è già tra i migliori: «Siamo troppo forti»

Sono bastati due weekend nel Motomondiale alla Sic58 Squadra corse per entrare in zona punti con entrambi i piloti, il più esperto Tatsuki Suzuki e il debuttante italiano Tony Arbolino: «In Argentina è stata una gara fantastica»

ROMA – Cresce il team Sic58 Squadra corse. E cresce in fretta e bene. Il Gran Premio d'Argentina era solamente il secondo nel Motomondiale per la scuderia che porta il nome di Marco Simoncelli, che però è riuscita a portare a punti entrambi i suoi piloti, con un ottavo posto di Tatsuki Suzuki e un quattordicesimo dell'italiano Tony Arbolino. C'è di che festeggiare, insomma, visto che anche molte squadre più esperte sono state messe dietro: «Questo weekend è stato fantastico! – racconta papà Paolo Simoncelli – Abbiamo detenuto la pole position per 7-8 minuti, seppur nelle libere, eravamo vicini ad accaparrarci la sesta posizione, siamo andati a punti... Bello, bello!». Per la famiglia Simoncelli si trattava poi di una prima volta in assoluto nel Paese sudamericano, visto che all'epoca in cui correva il povero Marco la gara di Termas de Rio Hondo non era presente in calendario: «Nonostante l’inizio avventuroso (abbiamo dovuto cambiare albergo, ci hanno sequestrato una macchina a noleggio che non era assicurata) la trasferta è finita bene – prosegue Simoncelli padre – L’Argentina, che posto! Bisogna fare attenzione in generale ma anche a quello che bevi o stai sicuro che dovrai correre in bagno e troverai la fila. In questo luogo in cui la povertà si tocca con mano, ad ogni angolo durante la settimana del GP c’è gente che fa festa, ogni locale suona e ogni moto sembra far scoppiare il radiatore ad ogni stop, Tony si è conquistato la sua rivincita».

Una squadra che vale
Il fine settimana argentino, insomma, ha confermato l'ottimo potenziale di tutti gli uomini della Sic58 e, in particolare, del debuttante Arbolino: «Tatsuki sta crescendo, ha capito finalmente di essere forte anche lui. Partiva per la prima volta con il nono tempo, avrebbe potuto fare sesto in gara, ma si è accontentato perché era il suo primo, sudato, tanto desiderato ottavo posto e non voleva sprecarlo. Ha preso coscienza del suo potenziale, si è detto: 'Posso stare davanti!' e sorridendo in un romagnolo giapponesizzato 'A’ sem trop fort!', 'Siamo troppo forti', lo stiamo influenzando in quel di Riccione. Tony nelle prove libere ha agguantato la pole per qualche minuto, un sogno subito interrotto dalla pioggia, che alla fine delle ufficiali, l’ha costretto a partire 24°, ma sapeva bene cosa voleva. Infatti, ha fatto una gara superba, sorpasso su sorpasso è arrivato ad aggiudicarsi la 14esima posizione. E siamo andati a punti con entrambi! Abbiamo due piloti fortissimi, se la gara fosse finita qualche giro prima, magari interrotta da un cane che passava in pista, come ha sperato per un attimo un meccanico visto che qui i cani sono ovunque, avremmo potuto fare settimo e ottavo, ma va bene così, abbiamo già detto che i se e i ma non portano da nessuna parte. Entrambi hanno un modo di approcciare il warm up opinabile. Secondo Tatsuki non funziona nulla, non va bene niente, mentre Tony aspetta i gruppi per fare le prove di sorpasso. Seppur ogni pilota ha il suo modo di affrontare il warm up, di concentrarsi e arrivare alla gara, io posso solo dire di essere contento e soddisfatto, di tutta la squadra, di quello che possiamo fare. Se non pretendessi nulla da tutti loro significherebbe che non credo nel nostro potenziale, invece io ci credo. È vero: ho molte pretese, sono esigente, ma perché so a chi mi sto rivolgendo».