26 aprile 2024
Aggiornato 06:30
Mistero risolto

Incidente Stoner, la Honda si scusa con il pilota

A qualche giorno dallo schianto che ha provocato la frattura alla scapola e alla tibia del pilota australiano, la casa giapponese fa marcia indietro sulle dinamiche: «Aveva ragione lui: è stata tutta colpa dell'acceleratore»

ROMA – Aveva ragione Casey Stoner. Nessun errore di guida del povero due volte campione del mondo: a provocare il terribile incidente che lo ha messo fuori gara domenica scorsa mentre era in testa alla otto ore di Suzuka, provocandone anche le fratture alla scapola e alla tibia, è stato un «malfunzionamento dell'acceleratore». Proprio come lo stesso pilota australiano aveva denunciato già a qualche minuto di distanza dallo schianto, attraverso Twitter. E proprio la ben nota sincerità, che a volte si spinge addirittura sulle soglie dell'autolesionismo, aveva fatto propendere gli osservatori internazionali a dare più credibilità alla sua versione, piuttosto che a quella della casa giapponese che aveva invece addossato tutte le responsabilità allo stesso Stoner.

Retromarcia Honda
Dopo qualche giorno, completata la propria indagine interna, però, anche la Honda è stata costretta a dare ragione al proprio pilota. Arrivando addirittura a fargli le proprie scuse ufficiali: «La Honda ha svolto un'analisi dettagliata dopo l'incidente di Casey Stoner nella 8 Ore di Suzuka dello scorso weekend – si legge nel comunicato stampa della Hrc – Controllando l'acceleratore, che ha delle specifiche tecniche particolari per le moto Honda ufficiali nell'endurance, e diverso da quello standard utilizzato sulla versione stradale della Honda CBR1000RR, è stato scoperto un malfunzionamento relativo al suo cavo. Questo tipo di problema non si era mai manifestato in precedenza, tuttavia la Honda smetterà di utilizzare questa specifica del motore e ne progetterà una nuova che potrà essere usata nelle gare di durata. La Honda si scusa con Casey Stoner e lo ringrazia per il suo impegno durante la 8 Ore di Suzuka». Un impegno pagato davvero caro, addirittura con una doppia frattura.

Ritorno sfortunato
Per quanto giunta con colpevole ritardo, la versione ufficiale della Honda mette la parola fine al giallo (e alla relativa ridda di polemiche) sulla dinamica dell'incidente di Stoner. Resa ancora più rovente dal ricordo dello schianto fatale di Daijiro Kato, che a tutt'oggi molti sospettano fosse stato causato da un guasto del tutto analogo. Del resto, bastava dare un'occhiata all'anomala oscillazione della ruota anteriore della sua Honda per avere un indizio molto concreto del fatto che l'acceleratore fosse rimasto aperto. E di ben 26 gradi, ha certificato la successiva inchiesta. Il due volte iridato ha subito afferrato la frizione, ma è comunque finito sull'erba, cadendo e rimbalzando ad alta velocità. Così si è conclusa, nel peggiore dei modi, la gara del suo rientro, a tre anni dal suo prematuro abbandono della MotoGP.