25 aprile 2024
Aggiornato 18:30
Calcio

Milan in vendita, Berlusconi aspetta la «proposta indecente»

Malgrado le smentite, secondo Marcel Vulpis, direttore di Sport Economy, la proprietà avrebbe preso una decisione importante, cedere il Milan: «A 750 milioni si può chiudere». Via alle indagini preliminari della banca Lazard per la ricerca dell’acquirente giusto

L’indiscrezione trapelata nella serata di mercoledì e diffusa da Bloomberg, secondo cui la famiglia Berlusconi avrebbe messo in vendita il Milan ha scosso l’intero ambiente calcistico dalle fondamenta. La notizia diffusa dall’agenzia internazionale racconta che la Banca d’affari francese Lazard, già protagonista della transazione tra Moratti e Tohir per la cessione del 70% delle quote dell’Inter, avrebbe ricevuto mandato dalla proprietà della società rossonera per cercare nuovi e potenziali acquirenti.

Immediate le smentite arrivate dalla Fininvest che ha cercato di mettere un freno al tam tam esploso nella notte: «Tornano a circolare indiscrezioni su un'eventuale vendita del Milan. La Fininvest ribadisce ancora una volta che si tratta di ipotesi totalmente prive di fondamento».

Appare evidente che in casi del genere, la smentita sia quasi un atto dovuto, ma quanto c’è di vero nelle parole rilasciate dalla Fininvest e quanto invece è attendibile la notizia diffusa da Bloomberg?

Abbiamo provato a scoprirlo, interpellando il direttore della Agenzia di stampa Sport Economy, Marcel Vulpis: «Rivolgendosi alla banca Lazard, che è francese, ma ha interessi soprattutto in America ed è presente in circa 26 paesi nel mondo, la proprietà dell’AC Milan ha iniziato a guardarsi attorno. La famiglia Berlusconi è in attesa della classica «proposta indecente», quella che potrebbe far vacillare. Il problema è che negli anni si è creata una situazione non più sostenibile. Finora, tutto quello che perdeva il Milan, veniva ripianato dall’altra azienda di famiglia, la Fininvest. Mi spiego meglio, finora se la Fininvest generava 100 euro di utili ed il Milan invece 20 di perdite, la società rossonera andava a pagare le tasse sulla differenza tra 100 e 20, perché appartenente al gruppo. Fin quando le cose sono andate su tutti i fronti, la spesa era sostenibile. Appena la crisi è intervenuta anche nei bilanci della Fininvest, Berlusconi ha chiuso i cordoni della borsa ed ha costretto Galliani a portare avanti il Milan con le sole risorse prodotte dalla squadra. Ed è questo il motivo per cui abbiamo visto il Milan prima di tutto cedere i big per ripianare i debiti e poi barcamenarsi sul mercato con prestiti e parametri 0, cosa che va avanti ormai da circa 3 anni».

La differenza tra il Milan e le altre big d’Europa, a livello di fatturato, è ancora così rilevante, tanto da non poter consentire ai rossoneri ampi movimenti sul mercato? «Esatto, pur essendo la prima squadra in Italia per fatturato, il Milan è ancora parecchio indietro rispetto a Barcellona, Manchester United, Bayern Monaco, etc. etc. Ma lo stesso Real Madrid può ancora permettersi di avere un rosa un giocatore come Cristiano Ronaldo perché fattura oltre 500 milioni l’anno, già se scendesse sotto i 400 dovrebbe farne a meno».

Perché è arrivata immediatamente la smentita da parte della Fininvest? «Diciamo che si tratta di un’operazione quasi di rito. Il Milan è una società non quotata in borsa, quindi anche eventuali rumors non creerebbero troppi problemi, certe smentite arrivano solo perché certe trattative devono rimanere private soprattutto per evitare l’assalto dei giornalisti».

Quale sarebbe la «proposta indecente», la cifra che Berlusconi potrebbe seriamente prendere in considerazione per cedere il Milan? «Io credo che per una cifra tra i 700 e i 750 milioni di dollari, malgrado la quotazione di 945 milioni di Forbes, il Milan potrebbe essere ceduto».

Berlusconi ha sempre associato il Milan ad un affare di cuore. In quest’ottica, credi che l’attuale presidente onorario terrà conto anche delle mani nelle quali lasciare la sua vecchia creatura? «Ritengo proprio di si, anzi sono convinto che, così come ha fatto Massimo Moratti con la cessione dell’Inter a Tohir, anche Berlusconi farà in modo di tenere vivo il legame lasciandosi una porta aperta all’interno della nuova società e comunque provvederà a diluire in almeno un paio d’anni il distacco dal Milan».