24 aprile 2024
Aggiornato 18:00
Coppa America di Vela

Ac45 truccati, Oracle ammette

Una vera e propria notizia bomba che getta un'ombra indelebile sull'operato di questi team. Russell Coutts si è affrettato a rilasciare una dichiarazione in cui ha ufficialmente ritirato (a posteriori) la sua barca dal circuito, seguito a ruota dall'inglese Ben Ainslie

SAN FRANCISCO - Un nuovo caso scuote la 34esima edizione dell'Americas Cup, in corso a San Francisco, già colpita da critiche e accuse sui suoi costi, la cattiva gestione e lo scarso seguito tra il pubblico. Le barche utilizzate dal team di Russell Coutts (Oracle Racing, il detentore del trofeo) e di Ben Ainslie (J.P.Morgan BAR) nel corso del circuito internazionale di regate che ha preceduto l'Americas Cup e che ha fatto tappa nel 2012 a Venezia e a Napoli e quest'anno di nuovo a Napoli, sono risultate essere «fuori stazza». Ovvero non rispettano il regolamento, in quanto segretamente «piombate»).

Una vera e propria notizia bomba che getta un'ombra indelebile sull'operato di questi team. Russell Coutts si è affrettato a rilasciare una dichiarazione in cui ha ufficialmente ritirato (a posteriori) la sua barca dal circuito, seguito a ruota dall'inglese Ben Ainslie.

Ovviamente questo non è stato considerato sufficiente e ora la giuria internazionale dell'Americas Cup sta indagando i team e i loro responsabili per la regola 69 delle regole internazionali di regata (comportamento antisportivo), che prevede la squalifica degli atleti oltre che la sospensione dall'attività per un determinato periodo di tempo e pesanti sanzioni. Nella storia del sailing competitivo, ad esempio, nel 1987 durante l'Admiral's Cup, una delle più importanti competizioni veliche mondiali, l'armatore tedesco Thomas Friese, proprietario dell'imbarcazione I-Punkt che partecipava all'evento, fu squalificato per ben 3 anni e mezzo proprio a causa della scoperta di una modifica irregolare della sua barca.

Sdegnate le reazioni del mondo velico internazionale e degli altri partecipanti all'Americas Cup. Particolarmente dure le parole di Dean Barker, lo skipper di Team New Zealand: «Quello che è successo è un insulto a tutti noi che partecipiamo all'evento velico più importante del mondo. Il fatto che ora si siano ritirati da un circuito che si è già concluso non basta. Non si può pensare di non rispettare le regole e rimanere impuniti».