28 marzo 2024
Aggiornato 12:00
CALCIOPOLI

Moggi: «Ma quale associazione a delinquere, ero un guardiano»

L'ex dirigente a Radio Padania: «Sono solo un capro espiatorio»

MILANO - Paragonato dai giornalisti di Radio Padania addirittura a «Bettino Craxi e Giulio Andreotti« come figura di «capro espiatorio«, Luciano Moggi conferma di sentirsi ancora oggi preso di mira, «con la volontà precisa di colpirmi», fatto dimostrato dal polverone alzato attorno al suo nome quando si è paventato un suo ingresso nel Bologna del presidente Francesco Menarini.

«E' tutto falso, hanno fabbricato tutto», ha detto Moggi a Radio Padania. «Fa comodo a tutti che ci siano delle persone, in questo caso nel mondo del calcio, che ricoprano quel ruolo (di capro espiatorio, ndr.). E' dimostrato anche dalle sentenze di Calciopoli: ad altri le condanne sono state abbonate».

Condannato nel 2006 a cinque anni di inibizione con proposta di radiazione dalla giustizia sportiva, Moggi è attualmente imputato a Napoli nel processo penale di Calciopoli. «Quel processo dimostrerà che io non ero altro che un guardiano, altro che associazione a delinquere», ha detto Moggi. «Io cercavo solo di sapere, lo si leggerà nelle intercettazioni».