6 maggio 2024
Aggiornato 21:30
CALCIO

Santon: «Un anno fantastico e posso fare di più»

«Vorrei diventare il Maldini dell'Inter, e ringrazio Mourinho»

MILANO - Diventare il Paolo Maldini dell'Inter e il Beppe Bergomi della Nazionale, senza baffi ovviamente. Pensa in grande Davide Santon, che dalle giovanili dell'Inter in cui giocava a inizio stagione sta vivendo la sua prima esperienza con la maglia della Nazionale. «Ho vissuto un anno fantastico, che mi ha visto passare dalle finali nazionali con la Primavera e gli Allievi Nazionali dell'Inter a questa convocazione con la maglia della Nazionale. Un anno in cui ho solo avuto un po' di calo a fine campionato, non perché mi sono montato la testa, ma perché ho dovuto affrontare in stagione un cambio di ruolo da destra a sinistra», ha detto Santon dal ritiro azzurro di Coverciano.

Il laterale dell'Inter dovrebbe partire titolare sabato nell'amichevole contro l'Irlanda del Nord a Pisa per poi far parte della rosa per la Confederations Cup. Santon ha parlato anche dei suoi modelli: «Non lo conosco personalmente ma spero di poter essere per questa nazionale il Bergomi senza baffi. Spero proprio di poter ripetere la sua impresa. E mi auguro anche - ha aggiunto - di diventare il Maldini dell'Inter. E' stato un esempio e lo sarà sempre: sarei contento di fare la metà di quello che ha fatto lui». La strada per il Mondiale è ancora lunga, e Santon preferisce volare basso: «Intanto l'amichevole, poi vedremo se troverò posto per la Confederations, ma potrei anche essere riconsegnato all'Under 21. Comunque vada è stata una stagione bellissima: se penso che lo scorso anno di questi tempi giocavo la finale con gli allievi nazionali...».

Un triplo salto mortale che si prepara, ha aggiunto il difensore dell'Inter, con «tanto lavoro e un po' di fortuna, impegnandosi molto, senza montarsi la testa». E a chi lo battezza come uno dei più forti terzini in circolazione, replica: «Mi ritengo uno normale e posso fare ancora di più». Infine, un ringraziamento particolare a José Mourinho, e una frecciata agli allenatori italiani. «Se ho collezionato presenze lo devo a lui, con un allenatore italiano non avrei giocato tanto».