5 maggio 2024
Aggiornato 20:30
Invierò copia dell'interrogazione in procura

Il Governo si rifiuta di rispondere su calcio e arbitri

Così Francesco Boccia, Economista e Deputato del Pd, componente della Commissione Bilancio che attacca duramente le omissioni del Governo su quello che definisce un «ritardo incomprensibile e sempre più misterioso»

«Dall'11 Luglio 2008 è depositata alla Camera un'interrogazione circostanziata sui rapporti tra Federcalcio e Associazione Italiana Arbitri; il Governo, nonostante il lavoro del Ministro Vito che tenta di assicurare risposte in tempi rapidi e ragionevoli, in questa vicenda appare inspiegabilmente incapace di portare il Sottosegretario Crimi in Aula». Così Francesco Boccia, Economista e Deputato del Pd, componente della Commissione Bilancio che attacca duramente le omissioni del Governo su quello che definisce un «ritardo incomprensibile e sempre più misterioso».

«Sono passati 6 mesi», dice Boccia, «e alla luce di quanto sta accadendo in questi giorni, non è più tollerabile un ulteriore ritardo. Sulle materie di economia e finanza, di cui soprattutto mi occupo, anche se spesso il Governo ci dà risposte insoddisfacenti, rispetta le regole istituzionali e i rapporti con il Parlamento. In questa vicenda, caratterizzata da Calcio e Finanza invece, colgo disagio, un incredibile ritardo e forse reticenza visto che non mi era mai successo di dover sollecitare per mesi una risposta che serve per capire meglio un fenomeno sul quale in queste ore si è espressa anche la magistratura contabile».

«Nella mia interrogazione, che a questo punto trasmetterò ai magistrati ordinari e per una parte alla procura competente con la speranza di ottenere chiarimenti, chiedo al Governo di verificare le reale autonomia tra AIA e Federcalcio e le spiegazioni regolamentari messe a mio avviso a dura prova da alcuni contratti di sponsorizzazione i cui confini tra Associazione e Federazione non appaiono chiari». «La recente richiesta di condanna al risarcimento per danni erariali, inoltrata dal Procuratore Montella della Corte dei Conti per 18 persone e i rinvii a giudizio della Procura della Repubblica di Napoli, rendono ancor più urgente l'immediata verifica sui rapporti tra Federcalcio e AIA». Per Boccia, «è inspiegabile la rete evidente che permane tra federazione e associazione, con persone condannate dalla Corte dei conti che un tempo collaboravano con l'AIA e oggi sono transitate in Federazione e vivono negli stessi uffici»; è imbarazzante prendere atto che ci sono atleti rinviati a giudizio a Napoli dalla magistratura, ma ancora in campo (come Dondarini, Rocchi, Griselli e Foschetti); è ancor più sconcertante assistere alla riabilitazione di alcuni protagonisti della vicenda calciopoli prima ancora del processo di Napoli che resta quello principale». «C'è stato», ha rimarcato Boccia, «un tentativo in queste settimane di far percepire, anche attraverso giornali e tv una realtà differente». «Il processo di Napoli non è ancora iniziato, ma Gussoni (garante dell'imparzialità degli arbitri) definisce Tullio Lanese condannato dalla Corte dei Conti e rinviato a giudizio dalla procura di Napoli, addirittura troppo bravo e troppo buono». «L'unico processo conclusosi, quello di Roma sulla Gea, ha determinato delle condanne, ma inspiegabilmente la giustizia sportiva è più lenta di quella ordinaria, notoriamente non famosa per la sua celerità e i procuratori condannati non sono stati tuttora giudicati sul piano sportivo».

«Quello che rende la vicenda davvero sconcertante«conclude Boccia, «sono le dichiarazioni del Procuratore della Corte dei Conti che definisce Gianluca Paparesta, messo a riposo forzatamente dall'AIA per ragioni tecniche, «un arbitro che ha dimostrato sempre la sua assoluta indipendenza da quel perverso sistema che governava il calcio». «In altre parole, l'unico assolto e ritenuto indipendente da Procura e Corte dei Conti viene forzatamente esiliato, tutti gli altri attori di questa triste pagina dello sport italiano, continuano o in federazione o attraverso l'Associazione Italiana Arbitri, a incidere sulle vicende sportive. Vicende, che non sono garantite neanche oggi, da imparzialità e autonomia, perchè, come chiedo da 6 mesi nell'interrogazione, i rapporti economici tra le varie strutture non garantiscono alcuna autonomia».