28 aprile 2024
Aggiornato 21:30
Agopuntura

Quanto dura una seduta di agopuntura e quali aghi scegliere

Il dottor Maurizio Lombardi spiega a Diario Salute TV come scegliere un bravo agopuntore che rispetti i tempi minimi e massimi di una seduta di agopuntura.

Di norma, una seduta di agopuntura può variare – come tempi – da una ventina di minuti fino a trentacinque-quaranta minuti. Diciamo che il tempo medio è più o meno una mezz’ora considerando anche che il paziente si deve anche vestire e svestire – spiega il dottor Maurizio Lombardi, medico agopuntore FISA a Torino. È bene quindi diffidare da chi fa durare la seduta un quarto d’ora o, peggio, un’ora perché normalmente i tempi sono quelli.

Diversi tipi di aghi
«Per quanto riguarda gli aghi, invece, è molto importante che sappia che questi vengono infissi. Gli aghi devono essere o autoclavabili – quindi aghi che vengono messi in particolari autoclavi – che andrebbero sterilizzati tutte le volte. In questo caso è obbligatorio che lo studio medico in cui ci si trova abbia a disposizione un’autoclave funzionante. Oppure, molto più semplicemente, è bene che vengano utilizzati dei particolari aghi detti monouso che sono quelli che potete vedere nel video», continua il dottor Lombardi. 

Devono avere due materiali diversi
«Di norma gli aghi monouso sono blisterati uno a uno, possiedono manico in rame e corpo in acciaio. Questo è fondamentale perché devono essere realizzati con due materiali diversi. L’ago, cioè, deve essere composto da due differenti materiali allo scopo di creare il cosiddetto ricircolo energetico ed elettrico, senza il quale non verrebbe a crearsi il famoso bipolo elettrico. E quest’ultimo può formarsi solo in presenza di due metalli differenti: in questo caso rame e acciaio.

Meglio scegliere quelli monouso
«Io consiglio di adoperare sempre aghi monouso così si evita il possibile passaggio di malattie tipo epatite B o altri tipi di infezioni. L’ago monouso è già sterilizzato con raggi gamma e non contengono né acidi né sostanze tossiche. Sono a norma CEE, quindi il loro uso è stato avallato dalla CEE. Ciò significa che possono essere tranquillamente adoperati sul paziente senza rischio di alcun effetto collaterale», conclude il dottor Lombardi.