Scoperta shock: quando moriamo, ci rendiamo conto di cosa ci sta accadendo
Alcuni scienziati scoprono cosa accade nel momento in cui moriamo

Alcuni scienziati sono riusciti a far luce su uno dei momenti più enigmatici della nostra esistenza. Cosa accade quando siamo morti? O, per meglio dire, quando siamo ancora appesi a quel filo sottile che separa la nostra vita terrena con quella a noi sconosciuta? Per stabilire cosa avverte un individuo in tale momento, i ricercatori hanno preso in esame alcuni sopravvissuti ad arresti cardiaci, i quali sono stati in grado di raccontare ciò che davvero hanno visto o provato mentre sono stati considerati clinicamente morti.
Cosa accade al cervello?
Una persona è morta quando il cuore – o il cervello – non funzionano più. Ma cosa accade se il cuore smette di battere mentre il cervello funziona ancora bene? Purtroppo, questo sembra accadere piuttosto frequentemente ed è stato oggetto di molte recenti ricerche. Gli scienziati sono rimasti scioccati di sapere che dopo la morte, il cervello è ancora attivo. Cosa significa questo? Che tu sei consapevole di essere morto.
La coscienza funziona ancora
Secondo gli studiosi, i pazienti sanno benissimo cosa sta accadendo loro per un semplice motivo: la coscienza continua a funzionare. Quindi, poco dopo la morte, la persona rimarrebbe intrappolata all’interno di un corpo privo di vita. E questa sembra non essere solo una supposizione perché le persone sopravvissute agli arresti cardiaci hanno raccontato di aver visto esattamente cosa stava accadendo, nonostante fossero stati dichiarati clinicamente morti.
Dichiarato morto
Alcuni individui ricordano persino di aver sentito il medico affermare di essere stato dichiarato morto. La ricerca, guidata dal dottor Sam Parnia della Stony Brook University School of Medicine di New York, ha infatti preso in esame molti pazienti considerati morti ma tornati inaspettatamente in vita. Forse anche per questo motivo, tutte le persone che sono sopravvissute raccontano di come la loro vita sia completamente cambiata dopo l’insolita esperienza.
Certezza
Gli scienziati sono praticamente certi della loro affermazione perché la maggior parte dei pazienti è riuscito a dare loro delle prove schiaccianti. «Descrivono medici e infermieri che lavorano, conoscono le conversazioni che sono state fatte, cose che non avrebbero potuto essere note a nessuno», racconta Parnia a LiveScience.
Quando moriamo veramente?
Forse la vera domanda che tutti dovremmo porci ora è se il momento della nostra morte è davvero reale come sembra. Noi, infatti, stabiliamo che un individuo è morto quando il suo cuore ha smesso di battere. E se ci stessimo sbagliando? «Il momento in cui un paziente viene dichiarato morto si basa tutto sul momento in cui il cuore si ferma. Tecnicamente parlando, è così che ottieni l'ora della morte. I medici pronunciano l'ora della morte quando il cuore si ferma e quando ciò accade, la funzione cerebrale si ferma quasi istantaneamente», spiega Parnia. Tuttavia, nonostante la corteccia cerebrale «rallenti e si distenda», le cellule cerebrali possono essere attive persino ore dopo che il cuore si è fermato.
Rianimazione
«Se riesci a riavviare il cuore, che è ciò che la rianimazione cardiopolmonare (CPR) tenta di fare, inizierai gradualmente a far funzionare nuovamente il cervello. Quanto più a lungo farai la CPR, tanti più percorsi di morte cellulare si verificheranno. Ciò che accade è che le persone che hanno vissuto esperienze così profonde possono tornare positivamente trasformate. Diventano più altruiste, più impegnati nell'aiutare gli altri. Trovano un nuovo significato nella vita perché hanno avuto un incontro con la morte», conclude Parnia.
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