29 marzo 2024
Aggiornato 08:00
Lotta al cancro

Istituto Nazionale Tumori: il 65% dei casi è guarito. Festa per i 90 anni di lotta al cancro

L'Istituto fu inaugurato il 12 aprile del 1928 e oggi è un polo d'eccellenza tra gli IRCCS nazionali e non solo

Medico
Medico Foto: BlurryMe | shutterstock.com Shutterstock

MILANO – Da 90 anni impegnati nella lotta al cancro. Già, perché proprio ieri l'Istituto Nazionale dei Tumori ha festeggiato questo grande traguardo. Era infatti il 12 aprile 1928 quando l'INT fu inaugurato, presente tra le Autorità dell'epoca anche il suo fondatore, il professor Luigi Mangiagalli. Il 1° maggio dello stesso anno, inizia l'attività clinica con il ricovero di 23 pazienti, tutte donne. L'idea di base, come dichiarato dallo stesso Mangiagalli, era che «il cancro venisse curato da cancerologi». E difatti così è stato.

Malattie misteriose e incurabili
«L'INT è nato come luogo di studio e di cura delle malattie oncologiche, quando venivano considerate misteriose e incurabili – spiega Enzo Lucchini, Presidente Istituto Nazionale dei Tumori – Non a caso, ai tempi il tumore veniva definito ‘male oscuro’. Da allora sono stati compiuti passi da gigante e grazie al binomio cura e ricerca abbiamo contribuito alla cancellazione dell'aggettivo ‘incurabile’ e siamo diventati i protagonisti di un cambio epocale di paradigma: da malattia incurabile a malattia curabile e guaribile. Oggi – prosegue Lucchini – infatti si sta finalmente assistendo a un costante incremento della percentuale di persone che sopravvivono dopo una diagnosi di tumore».

Il primo tra gli IRCCS
L'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano è a tutt'oggi il primo del 12 IRCCS oncologici italiani con 18.056 ricoveri annui, 1.214.985 prestazioni ambulatoriali, 464 posti letto e 18 MAC (Macroattività Ambulatoriale Complessa), 27 laboratori di ricerca, oltre 2.000 forze attive tra medici oncologi, ricercatori, personale infermieristico, impiegati, collaboratori e borsisti. «E' un primato che ci fa onore ma che richiede impegno e aggiornamento costanti – dichiara Luigi Cajazzo, Direttore Generale Istituto Nazionale dei Tumori – abbiamo infatti il dovere di assicurare ai nostri pazienti una cura sempre all'avanguardia, e di questa possibilità dobbiamo rendere merito anche al supporto della Regione. Il nostro desiderio è di essere una ‘cabina di regia’ per garantire maggiore appropriatezza e razionalizzazione delle risorse. È un progetto che sta già prendendo forma con l'attuazione della Rete Oncologica Lombarda che ci vede protagonisti».

Condivisione delle buone prassi
«La Regione Lombardia – dichiara il Governatore Attilio Fontana – ha recentemente confermato in capo all'INT il ruolo di ente attuatore della Rete Oncologica Lombarda (ROL), una comunità scientifica che ha permesso non solo un aggiornamento costante di tutti gli specialisti che in Lombardia si occupano di oncologia, ma anche la condivisione di buone prassi e di linee guida che hanno consentito, in qualsiasi punto del nostro territorio, cure appropriate e mirate per i tanti nostri pazienti. Oggi, è all'esame dei nostri uffici una proposta di nuova ROL che vede sempre l'Istituto quale ente attuatore e che mira a realizzare un vero e proprio governo dell'offerta oncologica regionale mediante una rete di patologia gestita a tutti i livelli: clinico, organizzativo e scientifico. L'obiettivo è quello di migliorare ulteriormente l'appropriatezza delle cure e assicurare equità di trattamento su tutto il territorio regionale».

Un successo di guarigioni
Nel 2017 le persone che hanno avuto una storia di neoplasia sono 3.304.658, pari al 5,4% dell'intera popolazione, con un aumento del 24% rispetto al 2010. Di questi, il 27% può essere definito «già guarito» e un ulteriore 20% convive con la malattia per un periodo sempre più lungo. «I progressi avvenuti in questi novant'anni sono innegabili e grazie alla ricerca i cambiamenti sono stati epocali. Possiamo dire che ora si riesce a guarire il 65% dei nuovi tumori, in certi casi l'80-90% con un aumento della prevalenza: un italiano su 20 oggi vive con una esperienza di tumore – precisa Giovanni Apolone, Direttore Scientifico Istituto Nazionale dei Tumori – Anche per quanto riguarda le terapie chemio e radioterapia non hanno perso la loro importanza, questo va sottolineato, ma non rappresentano più l'unica strategia. Oggi la medicina è personalizzata, con terapie a target in base al profilo genomico del tumore. Il ventaglio di scelte terapeutiche dunque oggi non prevende più solo le terapie tradizionali, ma anche per esempio farmaci immunoterapici che potenziano o addirittura ‘restaurano’ il sistema immunocompetente a livello del tumore o del micro-ambiente tumorale».

Un polo d’eccellenza
La Fondazione IRCCS - Istituto Nazionale dei Tumori (INT) con 540 persone dedicate e 27 laboratori, è oggi polo di eccellenza per le attività di ricerca pre-clinica, traslazionale e clinica, di assistenza ed epidemiologica. Definito come ‘Comprehensive Cancer Center’, secondo quanto stabilito dall'Organizzazione degli Istituti del Cancro Europei (OECI), l'INT, con 16 brevetti e ben 5 Registri di Patologia Istituzionali, è affiliato a oltre una decina di organizzazioni internazionali per la ricerca e cura del cancro (OECI, UICC, WIN, EORTC) ed è membro nella rete ‘Cancer Core Europe’ formata dai 7 principali European Cancer Center. Nel portfolio INT 2016: 640 studi clinici, 693 studi pubblicati su riviste scientifiche internazionali, 258 progetti finanziati da enti pubblici e privati. INT uno dei Centri di riferimento nel panorama assistenziale lombardo e nazionale: nel 2017 sono stati più di 18mila i pazienti ricoverati e oltre un milione e 147mila le visite ed esami a livello ambulatoriale. Oltre all'attività di ricerca e clinica, l'Istituto si occupa di formazione, ospitando 139 specializzandi universitari.