5 ottobre 2024
Aggiornato 09:00
Acido folico in gravidanza

Acido folico in gravidanza, quando se ne assume troppo provoca l’autismo anziché prevenirlo

Uno studio evidenzia come l’acido folico in eccesso, specie se associato alla vitamina B12 mette a rischio il bambino di soffrire di autismo

Acido folico e autismo
Acido folico e autismo Foto: Shutterstock

Da anni viene consigliata l’integrazione di acido folico durante i primi mesi gravidanza. La vitamina B9, infatti, previene diversi danni cerebrali. Questa particolare vitamina, però, oltre che negli integratori alimentari, è presente – quindi facilmente assimilabile - anche in molti tipi di alimenti, specie vegetali. E se, per qualche motivo, anziché assistere a una carenza vengono immagazzinate dosi elevate a livello ematico, il rischio è quello di mettere alla luce un bambino affetto da sindromi dello spettro autistico. Quindi dosi basse (forse) prevengono l’autismo ma alte lo possono provocare. Ecco perché.

L’acido folico previene l’autismo?
Recentemente, una ricerca condotta dagli scienziati dell’US Centers for Disease Control and Prevention e pubblicata sul Morbidity and Mortality Weekly Report (MMWR), ha confermato che  le mamme che assumono integratori a base di folico salvano il proprio piccolo da patologie incurabili. Solo negli USA si stima che grazie a tale supplemento, sopravvivano circa 1.300 bambini in più ogni anno. La vitamina B9, infatti, previene il rischio di gravi difetti alla nascita come danni cerebrali e alla colonna vertebrale, noti come difetti del tubo neurale, o NDT. Tuttavia, molti esperti ritengono che la vitamina dovrebbe essere assunta sia prima del concepimento che durante la gravidanza. «Le donne che programmano una gravidanza o che non ne escludono attivamente la possibilità, assumano regolarmente almeno 0,4 mg al giorno di acido folico per ridurre il rischio di difetti congeniti. È fondamentale che l’assunzione inizi almeno un mese prima del concepimento e continui per tutto il primo trimestre di gravidanza», scrivono gli esperti del Network Italiano Promozione Acido Folico.

Consigliato anche dal Ministero della salute
Il Ministero della Salute sottolinea che sono numerosi gli studi che hanno evidenziato come un’adeguata assunzione di acido folico possa prevenire i difetti del tubo neurale e altre malformazioni congenite. Adeguati livelli di acido folico permettono infatti una riduzione del rischio fino al 70% - secondo i dati raccolti dall’ISS (Istituto Superiore di Sanità). «Tutte le donne in grado di avere un bambino dovrebbero assumere un multivitaminico contenente acido folico ogni giorno – sostiene la dott.ssa Siobhan M. Dolan in un comunicato della March of Dimes Foundation – È anche bene mangiare alimenti che contengono acido folico, la forma naturale di acido folico, compresi lenticchie, verdure a foglia verde, fagioli neri e succo d’arancia, così come alimenti fortificati con acido folico, come il pane e la pasta, e i cereali arricchiti».

I problemi derivanti da una carenza di acido folico
Una carenza di folati potrebbe provocare nel nuovo nascituri varie forme di anemia, gravi malformazioni fetali (spina bifida, anencefalia e encefalocele), difetti congeniti cardiovascolari, malformazioni delle labbra e del palato (labiopalatoschisi), difetti del tratto urinario e di riduzione degli arti. Recentemente, inoltre, uno studio norvegese dell’ospedale universitario di Haukeland, ritiene che la vitamina B9 possa anche ridurre il rischio della sindrome dello spettro autistico.

Ma c’è chi afferma l’opposto
Nonostante tutte queste belle notizie, alcuni ricercatori hanno messo in evidenza come un eccesso di acido folico possa portare a un rischio maggiore di mettere alla luce bambini autistici. A suggerirlo è uno studio presentato presso l’International Meeting for Autism Research di Baltimora (Maryland). «Ciò che abbiamo bisogno di capire ora – spiegano gli scienziati - è se ci dovrebbero essere ulteriori raccomandazioni circa la dose ottimale da assumere durante la gravidanza». E’ possibile, infatti, che la dose ideale per una donna non sia necessariamente quella corretta per un’altra. Anche perché è importante ricordare che ogni futura mamme segue una dieta diversa. La vitamina B9, lo ricordiamo, si trova anche in molta frutta e verdura, nonché in alcuni prodotti da forno in versione sintetica.

Lo studio
Lo studio è stato condotto su 1.391 mamme. Il livello di folati nel sangue è stato rilevato fino a tre giorni prima del parto. E dai risultati è emerso che le donne che avevano registrato dosi elevate di folati, avevano anche un rischio raddoppiato di mettere al mondo un bambino autistico. Se, invece, vi era un livello di vitamina B12, il rischio era addirittura triplicato. Ma il fatto sconcertante è che se tutte e due le vitamine erano in eccesso il nuovo nascituro aveva 17 volte in più le probabilità di soffrire di una sindrome dello spettro autistico.

Qual è la giusta quantità?
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ritiene che la dose corretta per una donna in gravidanza vari tra i 13,5 a 45,3 nanomoli per litro. Tuttavia è importante sottolineare che alcune donne che hanno partecipato allo studio, avevano livelli superiori a 59 nanomoli, pur assumendo la corretta quantità di acido folico indicata dal medico.