28 marzo 2024
Aggiornato 10:00
Protesi avvenitistiche

Ecco dove è nata l'elettronica della mano bionica imnpiantata su una donna

Il cuore del progetto nelle mani dei ricercatori di Eolab di Cagliari. Ecco come è nato il cuore pulsante della mano bionica

Mano bionica
Mano bionica Foto: ANSA

ROMA – Della mano bionica impiantata in una donna, di cui si è parlato molto in questi giorni, per chi non lo sapesse l'elettronica è stata realizzata da un team dell'Università di Cagliari. Grazie a questa tecnologia, l'arto comunica con il sistema nervoso della donna italiana che per prima ha utilizzato una mano bionica dotata del senso del tatto. L'EOLAB – Laboratorio di Microelettronica e Bioingegneria del Dipartimento di Ingegneria Elettrica ed Elettronica –  collabora dal 2006 allo sviluppo della protesi di mano neuro-controllata attraverso diversi progetti finanziati dal MIUR e dal progetto NEBIAS finanziato dalla Comunità Europea.

Far parlare il sistema nervoso con la mano
Gli elettrodi che consentono di fare 'parlare' il sistema nervoso della paziente con la mano realizzata dal gruppo di Silvestro Micera, della Scuola Superiore Sant'Anna e del Politecnico di Losanna, sono stati impiantati dall'équipe del neurochirurgo Paolo Maria Rossini al Policlinico Gemelli di Roma. «Con questa protesi, direttamente collegata al sistema nervoso – spiega Luigi Raffo, responsabile di EOLAB – il paziente percepisce l'arto artificiale come parte del corpo stesso e può controllarlo come uno naturale, ricevendone per esempio sensazioni tattili».

Un grande lavoro di miniaturizzazione
Più nel dettaglio, l'EOLAB contribuisce a questo progetto con l'attività coordinata da Massimo Barbaro, relativa allo sviluppo dei microchip capaci di inviare i segnali elettrici al cervello e di tutta l'elettronica necessaria a miniaturizzare il sistema e renderlo effettivamente utilizzabile e impiantabile sottopelle e con l'attività, coordinata da Danilo Pani, relativa all'integrazione e ottimizzazione degli algoritmi utili a interpretare e tradurre in tempo reale i segnali nervosi del nostro corpo in azioni della protesi. Finora i sistemi di controllo della mano utilizzavano una strumentazione che occupava un ingombro pari a un carrello del supermercato: anche grazie al lavoro dei ricercatori dell'Università di Cagliari, ora il sistema è disponibile in un mini zainetto da tenere sulla schiena del paziente e in futuro sarà direttamente disponibile sottopelle come accade per un pacemaker. Oltre ai professori Raffo, Barbaro e Pani, lavorano sul progetto gli ingegneri Gianluca Barabino, Lorenzo Bisoni, Caterina Carboni e Roberto Puddu.