18 aprile 2024
Aggiornato 12:30
Sanità

Finalmente trova spazio l'attesissimo centro residenziale cure palliative-hospice

L'assessore alla Salute della Regione Friuli Venezia Giulia, Maria Sandra Telesca: 'Si chiude positivamente vicenda complessa

Ospedale
Ospedale Foto: Shutterstock

UDINE – Il Centro cure palliative all'ospedale Santa Maria della Misericordia a Udina si farà. «Si chiude positivamente una vicenda complessa, quasi interminabile. Siamo finalmente arrivati alla definizione di un progetto concreto, importante. È stata individuata una soluzione ideale, in un'area separata dalle attività ospedaliere, una soluzione che tra l'altro ci consente anche di utilizzare i finanziamenti ministeriali, assegnati ancora nel lontano 2000». L'assessore alla Salute della Regione Friuli Venezia Giulia, Maria Sandra Telesca, commenta così l'annuncio, oggi in una conferenza stampa, che al primo piano del padiglione Scrosoppi dell'ospedale Santa Maria della Misericordia di Udine troverà spazio l'attesissimo centro residenziale cure palliative-hospice in grado di accogliere 15 persone, accompagnate e assistite anche dai propri familiari.

Il territorio ne aveva bisogno
All'incontro, accanto al dg dell'azienda universitaria sanitaria integrata di Udine (Asuiud), Mauro Delendi, erano presenti, tra gli altri, anche il sindaco Furio Honsell, rappresentanti di diverse associazioni di volontariato e il responsabile dei servizi tecnici e manutentivi dell'azienda, Elena Moro, che ha illustrato il progetto. Ricordando di aver affrontato la questione dell'hospice di Udine («una vicenda dalle alterne problematiche») fin dall'inizio del mandato, individuando subito una soluzione temporanea al Gervasutta, con 8 posti, e deliberando in Giunta regionale il raddoppio dei posti propedeutico alla soluzione definitiva, Telesca ha espresso soddisfazione in quanto «Udine avrà la struttura di cui il territorio ha bisogno».
«È un progetto bello e funzionale che ben si inserisce nel contesto ospedaliero», ha affermato, mettendo in evidenza che «le competenze professionali per renderlo operativo ci sono già, nel contesto della rete delle cure palliative, un modello organizzativo ormai messo a punto e che sta offrendo riscontri positivi a pazienti e familiari».