19 aprile 2024
Aggiornato 20:00
Intestino malato

Malattia di Crohn: una diagnosi su cinque sotto i 18 anni

A Torino il Congresso nazionale Ig-Ibd mette in evidenza come l'incidenza delle malattie infiammatorie intestinali sia in aumento. Nella Malattia di Crohn le diagnosi riguardano in molti casi ragazzi sotto i diciotto anni

Malattie infiammatorie dell'intestino
Malattie infiammatorie dell'intestino Foto: Shutterstock

TORINO – Sempre più malati di problemi intestinali, con le malattie infiammatorie croniche dell'intestino (IBD, inflammatory bowel disease) in testa alla classifica. Secondo i dati l'incidenza è medio-alta e si è assistito a un ulteriore incremento dei tassi, anche nei nuovi Paesi sviluppati. Attualmente si stima che in Italia siano affette da colite ulcerosa o malattia di Crohn circa 250mila persone. Queste malattie infiammatorie, inoltre, hanno un notevole impatto sulla quotidianità del soggetto affetto, provocando assenza dal lavoro e dalla scuola, difficoltà nelle relazioni personali, discriminazione e depressione. Circa il 50% dei pazienti con malattia di Crohn e il 20% dei pazienti con colite ulcerosa, inoltre, necessitano di intervento chirurgico entro 10 anni dalla diagnosi, situazione che può ulteriormente impattare sulla qualità di vita dei pazienti stessi. Esiste, inoltre, una qualche predisposizione familiare nello sviluppo della malattia; infatti, un paziente su cinque ha uno o più parenti stretti affetti da malattia di Crohn o colite ulcerosa.

Un congresso per fare il punto della situazione
Di queste e altre malattie dell'intestino se ne parla da giovedì 30 novembre sino al 2 dicembre a Torino, presso il Centro Congressi Lingotto, in occasione dell'ottavo Congresso Nazionale IG-IBD (Italian Group for the study of Inflammatory Bowel Disease, ossia Gruppo Italiano per lo studio delle Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali), organizzato da Marco Daperno, Claudio Papi e Fernando Rizzello per conto dell'IG-IBD. L'appuntamento si propone di dibattere gli aspetti più salienti e quelli ancora controversi della gestione dei pazienti con IBD con l'intervento di specialisti dall'Italia e dall'Estero. Circa quattrocento gli specialisti partecipanti, provenienti da tutta Italia.
Le principali tematiche comprendono: diagnosi e decorso clinico delle IBD, nuove strategie terapeutiche per la gestione delle IBD, nuovi paradigmi di trattamento per le IBD, la ricerca di base e la medicina transazionale, la gestione integrata e multidisciplinare di tali malattie, i nuovi farmaci biologici di prossimo impiego, ottimizzazione della safety della terapia convenzionale e della terapia biologica, gestione delle IBD non aggressive.

Più colpiti i giovani
«Il paziente tipo della Malattia di Crohn è generalmente giovane, più frequentemente tra i 20 e i 30 anni di vita, senza particolari differenze tra uomo e donna – spiega Alessandro Armuzzi, Fondazione Policlinico Gemelli, Università Cattolica, Roma – ma circa il 20% viene diagnosticato in età pediatrica, quindi al di sotto dei 18 anni. Le cause sono ancora ignote, ma ci sono varie ipotesi. Tre i meccanismi principali: un fattore esterno, che sembra si ripercuota sulla flora batterica intestinale, alterando l'equilibrio dei batteri dell'intestino; un fattore genetico, con numerose piccole mutazioni dei geni. Infine, quando intervengono simultaneamente il fattore genetico e quello ambientale, si estrinseca un'alterazione del sistema immunitario a livello della mucosa intestinale, che genera infiammazione acuta e cronica con danni intestinali».

La malattia di Crohn
E' nota anche come enterite regionale, è una malattia infiammatoria cronica dell'intestino (MICI) che può colpire qualsiasi parte del tratto gastrointestinale, dalla bocca all'ano. I sintomi classici sono una diarrea cronica, dolore addominale, febbricola e perdita di peso. Spesso però sono subdoli, e possono anche non essere tutti presenti. Purtroppo le procedure diagnostiche per riconoscere la malattia talvolta si avviano molto tardi, anche dopo 3 anni dalle prime manifestazioni di sintomi. Questo perché è più facile associare questi piccoli problemi al colon irritabile, situazione molto frequente di cui è affetta il 30% della popolazione italiana. «Una diagnosi tardiva comporta un maggior danno permanente per l'intestino, che potrebbe diventare irreversibile – sottolinea Armuzzi – di conseguenza, se si arrivasse tardi, potrebbe essere inevitabile l'opzione chirurgica. Una scelta, questa che salva il paziente, ma che si cerca di tenere come ultima risorsa terapeutica. Occorre quindi rivolgersi, quando si verificano i primi sintomi, il prima possibile al proprio medico di fiducia. Se questo non desse risposte complete, allora è consigliabile il ricorso ai centri specialistici esistenti in tutta Italia per diagnosi, cura delle malattie infiammatorie croniche intestinali».