28 marzo 2024
Aggiornato 11:00
Gay in rivolta in Brasile

«L’omosessualità è una malattia»: un giudice approva la terapia anti-gay

Rabbia e polemiche per la sentenza di un giudice brasiliano che supporta la ‘terapia anti-gay’ proposta da una psicologa a cui era stata revocata la licenza perché aveva dichiarato che l’omosessualità è una malattia. Si scatena la bufera

Gay Pride
Gay Pride Foto: Shutterstock

BRASILE –  Nella città di Brasilia, la capitale del Brasile, si è scatenato il putiferio dopo che il giudice federale, Waldemar de Carvalho, ha approvato la controversa ‘terapia di conversione’, o terapia anti-gay proposta dalla psicologa cristiana evangelista Rozangela Justino, a cui era stata revocata la licenza perché aveva, tra l’altro, affermato che l’omosessualità è «una malattia». Sia attivisti gay che celebrità hanno subito impugnato la sentenza e condannato la decisione. Anche sul web si è scatenata la bufera.

Non tentar di cambiare la sessualità
Fa dunque stupire la decisione del giudice di Brasilia, dato che già nel lontano 1999 il Consiglio federale di Psicologia del Brasile ha impedito agli psicologi di offrire trattamenti che pretendono di cambiare la sessualità delle persone. Lo steso Consiglio ha poi ribadito in una nota che questa decisione «apre la pericolosa possibilità di un utilizzo di terapie di reversione sessuale». Dopo il comunicato, il Consiglio ha fatto sapere che impugnerà la sentenza in tribunale. Il capo del Consiglio federale di psicologia, Rogério Giannini, ha poi dichiarato al tabloid britannico The Guardian: «Non è un serio dibattito accademico, è un dibattito legato alle posizioni religiose o conservative», facendo notare l’assurdità della decisione. L’omosessualità in Brasile è molto avversata dalle comunità cristiane e dai conservatori, che non sono d’accordo con le politiche progressiste del Governo. Queste, secondo loro, sono un affronto ai valori tradizionali e religiosi.

La reazione delle Star
Come ci si poteva aspettare le reazioni, specie tra le persone dello spettacolo, non si è fatta attendere. Una di queste è quella della pop star Anitta che ha condiviso il suo disgusto per la sentenza in un video online, visto da oltre 1 milione di persone. «Questo è ciò che accade nel mio Paese: le persone muoiono, hanno fame, il governo uccide il Paese con la corruzione, senza educazione, senza ospedali, senza opportunità... e le autorità stanno perdendo il tempo di annunciare che l’omosessualità è una malattia», scrive l’artista su Instagram.
Allo stesso modo, Ivete Sangolo, una delle cantanti più famose del Brasile, scrive su Instagram: «I malati sono coloro che credono in questa grande assurdità». Il suo post ha ricevuto diverse centinaia di Like dopo solo un giorno.

Le reazioni delle persone
Alle reazioni delle Star si sono unite anche quelle delle persone ‘normali’. Un uomo scrive su Twitter, in portoghese: «Naturalmente, perché in questo Paese è più importante curare la sessualità umana che trattare i pregiudizi». «Non c’è cura per ciò che non è una malattia», hanno scritto altri utenti. Tutti hanno utilizzato l’hashtag #curagay, mentre il web si sta riempiendo di post, messaggi, tweet di gay ma non solo, tutti contro la decisione del giudice. Si ritiene che l’onda d’urto scatenata dalla sentenza non si placherà tanto facilmente.