10 anni e incinta per le violenze dello zio: il tribunale le vieta l’aborto
La Corte di giustizia di Mendoza (Argentina) ha negato l’aborto a una bambina di appena dieci anni violentata ripetutamente dallo zio di 23 anni. Era stata ricoverata in ospedale per dolori al l'addome e si scopre che era incinta di otto mesi

ARGENTINA – Un inferno la vita di una piccola di soli 10 anni che è stata per mesi oggetto di violenza sessuale da parte dello zio ventitreenne. Rimasta incinta, senza che se ne fosse resa conto, la bambina era stata portata all’ospedale pediatrico Humberto Notti di Mendoza (Argentina) perché accusava dei dolori al ventre. Dopo una prima visita e la successiva ginecologica si è scoperto che la bambina aveva subìto ripetute violenze e che era già incinta di otto mesi (32ma settimana). Tra lo sconcerto dei genitori, con l’esame del Dna si è poi scoperto che il responsabile era lo zio della piccola che aveva trascorso diversi mesi a casa della famiglia.
Il mostro in famiglia
Nei casi di violenza sessuale e abusi si dice spessa che ‘il mostro’ è in casa, per significare che a compiere questi infami gesti è proprio uno di famiglia. Il caso della piccola Cecilia Bignert conferma questo detto, dato che è stato proprio lo zio, Diego Lavado, ad abusare di lei, come accertato dalle autorità dopo la denuncia dell’ospedale e l’apertura di un’inchiesta.
Aborto negato
Purtroppo la legge argentina vieta l’interruzione di gravidanza se non vi sono validi e indiscussi motivi, come un serio pericolo per la vita della madre. Per questo motivo alla piccola Cecilia non è stato concesso di abortire. Anzi, dopo aver consultato un’equipe medica, il massimo tribunale argentino ha ritenuto che proprio un’eventuale interruzione della gravidanza potrebbe avere conseguenze negative e pericolose sia per la bambina che per il feto. L’ufficio del procuratore ha aggiunto che ormai la gravidanza è in fase avanzata, o quasi terminale, per cui non è possibile prendere in considerazione un aborto.
Troppo piccola
In tutta questa triste faccenda, quello che emerge evidente è che la futura madre è troppo piccola per potersi prendere cura del bambino. Per questo motivo saranno i genitori di lei a dover prendere in considerazione se occuparsi loro del nipote o adottarlo. Nel frattempo sono intervenuti anche i servizi sociali, e il Segretario per lo Sviluppo Sociale, Marcela Fernández, ha detto al quotidiano Los Andes che è stato aperto un protocollo di approccio sociale per la ragazza e la sua famiglia, ma anche per indagare se la famiglia sapeva o non sapeva che la bambina poteva essere incinta. Tuttavia il Segretario ha anche precisato che la situazione è complessa e a una prima valutazione non è stato possibile determinare se vi siano altri coinvolgimenti o vi è stato un tentativo di nascondere la condizione.
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