19 aprile 2024
Aggiornato 20:00
Alimentazione e salute

Zucchero: un killer per il fegato dei bambini. Attenzione al fruttosio

Gli esperti dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù avvertono: «Troppo fruttosio danneggia il fegato dei bambini». Ogni grammo in più fa crescere di 1,5 volte il rischio di malattie epatiche gravi. Un monito per tutti i genitori dal concedere troppe ‘dolcezze’.

Troppo zucchero fa male al fegato dei bambini
Troppo zucchero fa male al fegato dei bambini Foto: Shutterstock

ROMA – Di troppe ‘dolcezze’ si muore. Da tempo gli esperti mettono in guardia dalla ‘droga bianca’ che sarebbe lo zucchero raffinato. E, tra queste pericolose sostanze non è da meno il fruttosio – che dal nome sembra un qualcosa di ‘naturale’ e innocuo. Invece, come ribadiscono gli esperti dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, «Ogni grammo in più rispetto al fabbisogno giornaliero (circa 25 grammi) accresce di una volta e mezza il rischio di sviluppare malattie epatiche gravi». Cosa dimostrata da uno studio appena pubblicato sul Journal of Hepatology.

Un subdolo veleno
Lo zucchero e il fruttosio sono dei subdoli veleni, perché conquistano ‘con dolcezza’, specie i più piccoli. Ma un sistematico abuso di dolcificanti come il fruttosio – molto facile da raggiungere poiché aggiunto a molti prodotti – è un killer per il fegato dei bambini. E ha gli stessi effetti nefasti dell’alcol. «Ogni grammo in eccesso rispetto al fabbisogno giornaliero (circa 25 grammi) accresce di una volta e mezza il rischio di sviluppare malattie epatiche gravi».

Uno studio significativo
Quello condotto dai ricercatori dell’area di Malattie epato-metaboliche dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù è significativo e dovrebbe far scattare l’allarme nei genitori che non vigilano sull’apporto quotidiano di zuccheri nei propri figli. Lo studio rivela per la prima volta in letteratura i danni del fruttosio sulle cellule del fegato dei bambini. Per arrrivare alle loro conclusioni, i ricercatori hanno coinvolto 271 bambini affetti da fegato grasso, seguiti per quattro anni (dal 2012 al 2016).

Gli esami
A tutti i partecipanti sono stati eseguiti degli esami clinici, e i risultati hanno per esempio rivelato che 1 bambino su 2 presentava livelli eccessivi di acido urico in circolo. Un dato sintomatico, poiché proprio l’acido urico è uno dei prodotti finali della sintesi del fruttosio nel fegato. Questo acido, quando è prodotto in grandi quantità, diviene tossico per l’organismo e può provocare lo sviluppo di diverse patologie. Ulteriori approfondimenti hanno permesso agli scienziati di trovare un’associazione tra alti livelli di acido urico e l’aggravarsi del danno al fegato. Tutto ciò era più evidente e proporzionale tra i grandi consumatori di fruttosio: quanto più ne assumevano attraverso la dieta, tanto maggiore era il danno delle cellule epatiche.

Il veleno fruttosio
Come rivela il nome stesso, il fruttosio è una sostanza naturalmente presente principalmente nella frutta. Ma lo troviamo anche nei vegetali e nelle farine. Ecco pertanto che, già di norma ne assumiamo una discreta quantità ogni giorno, come parte di una dieta tradizionale. Ma questa sostanza non causa problemi in genere, poiché è una presenza naturale bilanciata da altri componenti dei cibi. Il problema semmai sorge quando questa sostanza è aggiunta ai prodotti alimentari – specie industriali. E che viene ricavata da altri elementi, come per esempio il mais. Il fruttosio ‘industriale’ lo ritroviamo in molti di quelli che sono i cibi prediletti dai bambini come caramelle, marmellate, merendine, succhi di frutta eccetera. Ma, purtroppo, anche in certi medicinali. Al fruttosio che dunque si assume in modo naturale ogni giorno si va a sommare quello che ingeriamo con altri cibi lavorati – e così è assai facile superare le dosi giornaliere raccomandate. Si pensi, per esempio, che in una sola lattina di bevanda zuccherata si trova il doppio della quantità giornaliera di fruttosio indicata per l’età pediatrica: pari a circa 25 grammi. Ma un barattolo di marmellata ne ha una concentrazione di 8 volte maggiore il fabbisogno quotidiano e una merendina il 45% in più. Quantità che divengono facilmente elevate e pertanto pericolose per la salute.

Cosa accade al fegato
Come dimostrato dallo studio italiano il maggiore danneggiato è il fegato – ma anche gli altri organi ne risentono per riflesso. Il fegato è il primo a essere coinvolto poiché è qui che il fruttosio viene metabolizzato, cioè scomposto e trasformato. È un processo, questo, che permette di produrre energia per il corpo. Un effetto collaterale però è la produzione di acido urico. Finché la produzione di questo acido rimane nella norma, niente di male. Ma se diviene eccessiva, a causa di un elevato apporto di fruttosio, allora le cose si complicano e il metabolismo ne risente.

Smaltire
Come accade per una discarica di rifiuti, se questi non si riescono a smaltire correttamente il tutto collassa e la situazione diviene insostenibile. Così accade anche al nostro organismo: se non si riesce a smaltire l’alta concentrazione di acido urico in circolo aumenta lo stress ossidativo con una rottura dell’equilibrio cellulare che danneggia i vari componenti delle cellule. E poi si sviluppa una insulino-resistenza e vengono attivati processi infiammatori delle cellule epatiche. Tutti questi eventi sono precursori dell’insorgenza del diabete e del fegato grasso. Infine, nei bambini che hanno il fegato già compromesso, questi processi accelerano la progressione della malattia e un aggravamento che può sfociare in steatoepatite non alcolica, fibrosi epatica e cirrosi epatica.

Le malattie ‘da zucchero’
«Diversi studi hanno provato che l’elevato consumo di zucchero è associato a numerose patologie sempre più frequenti in età pediatrica come l’obesità, il diabete di tipo II e le malattie cardiovascolari – spiega Valerio Nobili, responsabile di Malattie Epato-metaboliche del Bambino Gesù – Ma poco si sapeva del suo effetto sul tessuto epatico, almeno fino a oggi. Con la nostra ricerca abbiamo colmato la lacuna: abbiamo infatti dimostrato che un eccessivo consumo di fruttosio si associa ad alti livelli di acido urico e soprattutto a un avanzato danno epatico, tanto da favorire la precoce comparsa di fibrosi prima e cirrosi poi a carico del fegato. Ecco perché, alla luce di quanto certificato dal nostro studio, è fondamentale evitare l’abuso di cibi e bevande con un elevato contenuto di fruttosio, modificando le cattive abitudini alimentari e gli stili di vita errati dei nostri ragazzi. Per fare un esempio concreto, gli spuntini dei bambini dovranno essere solo eccezionalmente a base di succhi di frutta o merendine confezionate e non la regola quotidiana». I genitori sono avvertiti.