23 aprile 2024
Aggiornato 17:00
Salute

29 ottobre Giornata Mondiale dell’Ictus. Le celebrazioni in tutto il mondo

L’ictus colpisce duro migliaia di persone ogni anno. Ma non è da considerare un evento fortuito, un destino avverso o chissà quale sfortuna. L’ictus è infatti un evento prevedibile. Ecco come e perché

Ictus
Ictus Foto: Shutterstock

ROMA – L’ictus si può prevenire; anzi, si deve. Questo il messaggio di Medtronic, che celebra il coraggio dei pazienti e delle loro famiglie con una Campagna di informazione sul perché questo evento non si deve considerare uno scherzo del destino o un colpo di sfortuna. In occasione della Giornata Mondiale dell’Ictus, ecco gli argomenti per fare prevenzione seria e consapevole.

Fattori di rischio: monitorare per prevenire
Circa il 25-30% degli ictus ischemici che si verificano sono di origine sconosciuta e per questo chiamati criptogenici – spiegano dalla Medtronic – La fibrillazione atriale (FA) è un importante fattore di rischio indipendente di Ictus e delle sue recidive: il paziente con FA ha un rischio fino a 5 volte superiore di incorrere in un evento ischemico. Nella maggior parte dei pazienti questa aritmia è del tutto asintomatica. Da quest’anno la novità: le Linee Guida dell’ESC 2016 hanno indicato che a seguito di un ictus criptogenico è opportuno utilizzare un monitor cardiaco impiantabile per diagnosticare la FA e se presente ricorrere alla terapia con anticoagulanti orali con lo scopo di prevenire ‘recidive’, cioè un possibile secondo evento di ictus.

Riconoscimento dell’evento
La tempestività dei trattamenti è fondamentale per evitare la disabilità e lunghi percorsi di riabilitazione. Per riconoscere i sintomi è possibile usare la sigla RAPIDO

Tempestività del trattamento
La ‘golden hour’ del cervello: ogni ora dall’evento si perdono 120 milioni di neuroni, pari a 3,6 anni di invecchiamento cerebrale. Le terapie più efficaci devono essere eseguite entro 4-6 ore.

Best standard di trattamento
Terapie di riperfusione ‘best standard’ di trattamento: farmaci per la terapia trombolitica intravenosa per ricanalizzare i vasi ischemici occlusi e trombectomia meccanica per i pazienti con ictus acuto e interessamento di vasi di grande calibro.

Lo stent retriever per il cervello
Il medico accede attraverso l’arteria femorale e inserisce un catetere che risale le arterie sino a raggiungere l’occlusione. A quel punto lo stent si apre all’interno del coagulo come un ombrello, trascinandolo via e ripristinando la pervietà del vaso.

Carta dei diritti del paziente
Ogni due secondi qualcuno ha un ictus, indipendentemente dall’età o dal sesso. Nonostante queste statistiche sconcertanti, molte persone colpite da ictus non sono in grado di accedere alle cure, alla riabilitazione e al sostegno che potrebbero garantire maggiori possibilità di un buon recupero funzionale e una vita più sana, più produttiva e indipendente. La World Stroke Organization ha stilato la Carta dei Diritti del Paziente. Solo la trombectomia meccanica si esegue in 45 centri in Italia, si trattano meno del 10% dei pazienti che potrebbero trarne beneficio.