11 ottobre 2024
Aggiornato 03:00
Salute

Depressione, la stimolazione magnetica transcranica ripetitiva è efficace nelle forme di depressione farmaco-resistenti

L’appello della Società Italiana di Neurologia (Sin) al Ministero della Salute: la stimolazione magnetica transcranica ripetitiva è efficace nelle forme di depressione farmaco-resistenti «Rendete questo trattamento disponibile anche nelle strutture del Ssn in Italia»

Depressione, appello della SIN al Ministero della Salute
Depressione, appello della SIN al Ministero della Salute Foto: Shutterstock

ROMA – La depressione è una patologia seria. Colpisce più di quanto si possa pensare, ed è in costante aumento tra le persone. La malattia ha una prevalenza annua tra il 5% e il 15% della popolazione. Come noto, può invalidare fortemente la vita di coloro che ne sono colpiti e si caratterizza con sintomi quali tristezza, perdita dell’autostima, scomparsa di interessi, stanchezza ingiustificata, voglia di morire – sintomi molto spesso sottovalutati.

Quando i farmaci non funzionano
I numeri ci dicono che un terzo dei pazienti trae pochi o alcun beneficio da un trattamento farmacologico iniziale e ancora meno nelle successive ricadute. Al contrario, trattare in modo adeguato il primo episodio depressivo risulta di fondamentale importanza, poiché dal 50 all’85% dei casi la patologia si ripresenta e nel 20% dei casi tende a cronicizzare. Senza contare che più del 10% dei pazienti che soffrono di depressione maggiore è cronicamente resistente a diversi interventi psicofarmacologici. «Oggi esiste una speranza di cura per questi pazienti – afferma Paolo Maria Rossini, Direttore dell’Istituto di Neurologia, Università Cattolica Del Sacro Cuore e membro della Società Italiana di Neurologia (SIN) - Numerosi studi scientifici hanno dimostrato negli anni l’efficacia della Stimolazione Magnetica Transcranica Ripetitiva (rSTM) nel trattamento delle forme farmaco-resistenti di depressione maggiore: circa 1 paziente su 2 ha beneficiato di una riduzione dei sintomi del 50% o più, mentre 1 su 3 è andato incontro a remissione clinica».

Un trattamento approvato
La rTMS è un trattamento per la cura della depressione ormai approvato da alcune delle più importanti associazioni scientifiche internazionali. Tra queste vi è l’American Psychiatric Association (APA), il Canadian Network for Mood and Anxiety Treatments (CANMAT), la World Federation of Societies of Biological Psychiatry (WFSBP); inoltre, in Paesi come USA, Canada, Australia, Nuova Zelanda, Israele e in alcuni Paesi della Comunità Europea viene comunemente erogato dal Servizio Sanitario Nazionale (SSN) ed è rimborsato dalle assicurazioni. Nonostante ciò, in Italia la rTMS viene ancora eseguita esclusivamente in strutture private e spesso da personale non specializzato.

L’appello
Per far sì che i pazienti possano trovare risposte adeguate in centri qualificati e adeguatamente aggiornati, la Società Italiana di Neurologia in una lettera a firma del Presidente SIN, Leandro Provinciali, ha fatto richiesta al Ministro Lorenzin di prendere in considerazione e inserire la rSTM fra le pratiche autorizzate dal SSN presso strutture pubbliche o private accreditate.

Come funziona la Stimolazione Magnetica Transcranica Ripetitiva
La rSTM prevede l’erogazione di impulsi ripetitivi di un campo magnetico che, con una forza paragonabile al campo magnetico che viene applicato durante l’esecuzione di un esame di risonanza magnetica, passa senza ostacoli attraverso il cranio e stimola il tessuto cerebrale sottostante, inducendo una corrente elettrica in grado di depolarizzare le cellule neuronali e modificarne l’eccitabilità e, pertanto, l’attività. Si tratta di una tecnica non invasiva, indolore, relativamente senza rischi e solitamente ben tollerata. In più, a differenza della terapia elettroconvulsiva (il noto elettroshock), non necessita né di anestesia generale né di alcuna protezione o profilassi farmacologica, al punto da poter essere effettuata a livello ambulatoriale. Inoltre, non produce gli effetti indesiderati a lungo-termine (p.es. smemoratezza) indotti dall’elettroshock di cui rappresenta il definitivo superamento. «Lo schema terapeutico da noi proposto – dichiara il prof. Onorevole Gianluigi Gigli, membro della SIN – è quello di 15-20 sedute complessive, distribuite su 3-4 settimane di trattamento (a seconda  della  gravità), ciascuna della durata di circa un’ora. Il trattamento deve essere realizzato esclusivamente in strutture del SSN e da parte di personale sanitario esperto nell’utilizzo di apparati che erogano stimoli elettromagnetici e di tecniche di registrazione EEG (Specialisti Neurologi o Medici di altre specialità con esperienza certificata o Neurofisiologi e Tecnici di Neurofisiopatologia). I pazienti candidati – prosegue l’esperto – devono essere selezionati da specialisti psichiatri sulla base dei parametri di inclusione/esclusione dettati dalle Linee Guida Internazionali. Il costo complessivo della cura nel suo ciclo completo ammonta a circa 1.500-2.000 Euro (100 Euro/seduta) che – se comparato con il costo degli psicofarmaci e la perdita di ‘funzioni’ sofferta da questi Pazienti - appare contenuto, a fronte dell’efficacia immediata e della sua durata nel tempo: in genere circa 6 mesi con eventuali necessità di brevi cicli di ‘richiamo’ (5 sedute in 1 settimana)».