13 ottobre 2025
Aggiornato 17:00
Screening neonatale

Prelievo del tallone alla nascita: a cosa serve e quali malattie rileva

Il dottor Luca Roasio spiega a Diario Salute TV perché viene eseguito il prelievo di sangue dal tallone alla nascita, in cose consiste e quali malattie rileva

Lo screening neonatale è una prassi esistente in Italia, ovunque esista un punto nascita. Il prelievo del tallone è uno screening che serve per le malattie metaboliche e genetiche - spiega il dottor Luca Roasio, medico chirurgo specializzato in pediatria. Attraverso di esso sono rilevabili 6 tipi di malattie. Si tratta di patologie che, per definizione, possono beneficiare di un riscontro diagnostico precoce.

Bastano poche gocce di sangue
«Lo screening è un test eseguito attraverso il prelievo due tre gocce di sangue che vengono fatte cadere su un cartoncino di carta bibula [una carta assorbente che si utilizza nei laboratori di medicina, Nda]. Queste tre gocce di sangue vengono lasciate asciugare e inviate automaticamente presso il centro di riferimento. Qui, il laboratorio esegue sul campione di sangue delle analisi ben precise e va a dosare determinate sostanze. Attraverso tale dosaggio si possono identificare sei tipi di malattie, per le quali è di vitale importanza saperlo già dalla nascita», continua il dottor Roasio.

Perché bisogna eseguire il test i primi giorni vita
«È indispensabile eseguire il test nei primissimi giorni di vita perché le patologie che si rilevano sono curabili o si possono evitare. Per l’esattezza, cinque di queste sei malattie si possono scansare seguendo subito degli accorgimenti. È quindi molto importante sapere che lo screening ha una funzione assolutamente indispensabile per individuare il più precocemente possibile i neonati a rischio, sui quali potrebbe essere necessario agire immediatamente per evitare la malattia».

Nello screening anche la fibrosi cistica
«Una di queste malattie, la fibrosi cistica, viene inclusa nello screening. Tuttavia, va sottolineato che non è possibile evitarla totalmente con una terapia che permetta l’assoluta guarigione o la scomparsa della malattia. Però è possibile controllarla meglio, per cui è stato stabilito che è meglio includerla nello screening», conclude il dottor Luca Roasio.