Tutta la verità sul latte che bevi ogni giorno
Un tempo era una panacea, oggi è veleno. È vero che il latte fa male come si dice? Gli studi scientifici potrebbero stupirti

È l’alimento più antico della storia dell’umanità. Eppure di recente ha assunto un risvolto negativo, tant’è vero che i naturopati lo includono tra i 5 veleni bianchi. Ma è davvero nocivo per la nostra salute? Oppure è solo l’oggetto di una pilotata (o errata) discriminazione alimentare? Per capirlo abbiamo bisogno di tornare indietro nel tempo, quando il latte veniva considerato alla pari di una panacea.
Perché così tanta differenza?
Da quando il latte era considerato la cura per tutti i mali, a oggi, valutato alla stregua di un veleno pare, che l’essere umano non abbia mezze misure. Probabilmente perché qualcosa è cambiato – e non parliamo solo di allevamenti – ma anche della visione umana. Ora la domanda che tutti dobbiamo porci è: siamo certi oggi, di essere più obiettivi e consapevoli di ieri?
Lo studio più lungo della storia
Uno degli studi più importanti sul latte è quello condotto dal dottor Charles Sanford Porter, che ha condotto ricerche sui benefici del latte per oltre quarant’anni. Non stiamo parlando del solito studio scientifico che prende in esame una piccola fetta di popolazione, ma di un medico che ha guarito realmente migliaia di pazienti con il latte. Sì, avete capito bene: guarito, non avvelenato. Le sue ricerche sono state condotte verso la fine del 1800 e tutti i suoi incredibili successi sono stati riportati in un libro pubblicato nel 1905 ’’Milk Diet as a Remedy for Chronic Disease by Charles Sanford Porter, MD God’s Whey’’.
I risultati di Porter
Il dottor Porter è riuscito a ottenere risultati eccezionali – e ben documentabili – su un vastissimo numero di pazienti. È infatti stato in grado di curare patologie cardiache, renali, neurologiche, psichiche e gastroenteriche. Il suo punto di forza, però, era il latte rigorosamente crudo e di prima mungitura. Se poi parliamo di dosi, potreste rimanere totalmente stupiti: si parlava di un minimo di 1,8 litri a un massimo di 3,7 giornalieri. Ma non solo. Anche il contenuto di grassi doveva essere corretto: al di sotto del 4 per cento, secondo Porter, non era efficace. Infine, l’ultimo elemento importante era l’esclusività dell’alimento (pochi altri alimenti erano concessi durante la cura) e la durata minima della terapia: un mese.
I suoi studi alla portata di tutti
Riguardo alla cura del dottor Porter non c’è trucco, non c’è inganno. Buona parte dei risultati dei suoi studi sono reperibili a questo link. Come potrete notare, in questo documento si trovano i risultati positivi anche riguardo la cura di problemi digestivi, stitichezza, ulcere, coliti, artriti, gotta, ipertensione, sciatica, dissenteria, cistite, emorroidi, asma eccetera. Ma è bene sottolineare che Porter non è certo stato l’unico a comprendere i benefici di questo super alimento: anche Ippocrate, infatti, lo prescriveva per la cura della tubercolosi e molte altre malattie.
Il latte di oggi è ancora il latte di ieri?
Per rispondere a questa domanda dobbiamo sapere di quale latte si parla. Senz’altro sul mercato è ancora disponibile il latte di ieri, ma bisogna essere molto bravi a riconoscerlo. Tra i vari cambiamenti – negativi – che ci sono stati negli ultimi anni vi è un abuso di somministrazione di sostanze ormonali e antibiotici ai capi d’allevamento. Ma non solo: anche la lavorazione del latte può fare la differenza.
E se il problema fossero le mucche?
C’è anche un altro dilemma: le razze. L’allevamento intensivo è senza ombra di dubbio una causa importante della pericolosità degli alimenti, ma poco si parla della razza di mucche che producono il latte di oggi. L’attuale razza si chiama Holstein ed è stata ’’creata’’ per produrre quantità enormi di latte ogni giorno. Si parla di 30-60 litri contro i 4 litri delle normali mucche. Una Holstein può arrivare a produrre 12.000 litri di latte nel corso della sua lattazione (!). Questo tipo di mucche, però, si ammala con più facilità, necessitando di un bel po’ di farmaci, in particolare antibiotici – farmaci che poi beviamo anche noi insieme al loro latte. Con questo non s’intende assolutamente dire che oggi il latte è veleno, come spesso si dice, ma che è fondamentale scegliere un latte di qualità.
La pastorizzazione è davvero benefica?
Purtroppo è un dato di fatto: già a 47 gradi Centigradi il latte perde un’elevata quantità di enzimi necessari alla digestione dell’alimento stesso: tra questi anche il famoso lattasi, la cui peculiarità è la digestione del famigerato lattosio. Sarà forse per questo che alcune persone digeriscono solo il latte crudo? Con l’aumentare della temperatura vengono eliminati anche altri enzimi come amilasi e lipasi che servirebbero a digerire grassi e amidi. Paradossalmente, uno studio pubblicato nel 2001 su The Lancet mette in evidenza come la maggior parte delle allergie possano essere prevenute bevendo latte crudo di cascina e vivendo in fattoria in mezzo agli animali. Uno studio simile, denominato ’’Allergic reactions to raw, pasteurized, and homogenized/pasteurized cow milk: a comparison. A double-blind placebo-controlled study in milk allergic children’’ mostra come le allergie al latte pastorizzato possono diminuire bevendo latte crudo.
Il latte favorisce le malattie cardiovascolari come si pensa?
Uno studio condotto dai ricercatori della Wageningen University, mostra esattamente l’opposto di ciò che si crede comunemente: il latte, secondo i risultati, riduce il rischio di ipertensione e di attacco cardiaco.
Smentiti gli studi di Campbell
Chi non conosce il ’’The China Study’’ condotto dal nutrizionista Thomas Campbell? Quando si legge il libro che riporta i suoi studi viene subito da pensare che gli alimenti animali debbano essere eliminati dalla propria dieta. Ma una lettura attenta fa crollare molte di queste presunte evidenze come un castello di sabbia. Una di queste è lo studio condotto sulla caseina, sostanza naturalmente presente nei latticini. Durante lo studio furono eseguiti dei test in laboratorio sui ratti. I risultati mostrati da Campbell facevano pensare che la caseina fosse implicata nello sviluppo di alcuni tumori. Questo, però, avveniva solo ed esclusivamente se assunta alla dose del 20 per cento. Dose eccessiva per qualunque esser eumano, non solo per un ratto. Quello che però non viene evidenziato è che una somministrazione al 5 per cento determina invece una regressione del tumore. In un lavoro serio e ben fatto dal dott. Andrea Ghiselli, medico nutrizionista e dirigente ricercatore dell’Inran emerge che: «Lo studio non ha corrispondenza con la realtà. È stato fatto 40 anni fa e poi smentito dall’attuale letteratura. Tutti gli orientamenti della comunità scientifica attuale sono contrari. Campbell ha condotto per esempio esperimenti in vitro, ha messo la caseina in provetta e ha visto che le cellule di un particolare tipo di tumore stavano meglio: ma certo, la caseina ha fornito loro del cibo, ma sarebbe successa la stessa cosa con qualsiasi altro tipo di nutriente».
Il latte allora non è veleno?
Secondo alcuni studi revisionali non esiste alcuna prova che faccia pensare che il latte sia dannoso per la salute [2]. Ma non solo: recenti ricerche ritengono che latte e latticini diminuiscano il rischio di numerose malattie croniche [1]. Uno di questi è quello pubblicato sull’American Journal of Clinical Nutrition, che mostra come possa essere un ottimo rimedio per la salute del cervello grazie alla presenza di glutatione. Un altro, pubblicato su Uimyung Research Institute for Neuroscience, mette in evidenza come il latte munto di sera possa essere una valida alternativa alle benzodiazepine (per il controllo dell’ansia e altri problemi psichici). Infine, non bisogna dimenticare che è stata clamorosamente smentita la diceria de ’’il latte è un pericoloso acidificante’’. Questo perché contiene dosi elevati di elementi alcalini come il magnesio e il potassio che contrastano proprio l’acidificazione.
Il parere di Ciro Vestita
In un’intervista rilasciata a Diario Salute, dal noto fitoterapeuta dott. Ciro Vestita è emerso che «Il latte fa bene alla salute, cura reumatismi e malattie da raffreddamento se associato al peperoncino». Se ci si reca nei luoghi dove producono il Parmigiano – spiega Ciro Vestita – si possono vedere degli anziani signori che nelle ore serali, al termine della mungitura, si fanno dare il latte avanzato e lo utilizzano a mo’ di pediluvio nella cura dei dolori articolari. Sono terapie che hanno ancora il «sapore» dei rimedi della nonna, però noi oggi sappiamo che la cute a livello della caviglia è talmente permeabile che permette una rapida assimilazione sia di piante medicali che delle sostanze contenute nel latte. Si tratta di terapie che non hanno effetti collaterali e sono praticamente a costo zero».
Il latte fa bene alla linea
Infine, come non parlare anche del lato estetico. C’è chi pensa che il latte, ricchissimo di grassi, possa far mettere su qualche chiletto di troppo. Questa è l’ennesima falsa credenza. Una ricerca canadese pubblicata su Medicine and Science in Sport and Exercise è riuscita a dimostrare come bere il latte al posto dell’acqua durante un allenamento, permette di diminuire la massa grassa a favore di quella magra. Ricerca confermata da un’indagine condotta su larga scala e pubblicata sull’International Journal of Obesity: più prodotti lattiero-caseari si consumavano, minore era l’aumento di peso. Altri lavori fanno pensare che il latte sia l’alimento d’elezione per le persone che praticano sport: aumenta l’agilità, migliora la performance e la resistenza. Insomma, il latte, se assunto con cognizione di causa e senza pregiudizi, può davvero essere un alimento sano e gustoso.
[1] J Am Coll Nutr. 2008 Dec;27(6):723S-34S. The survival advantage of milk and dairy consumption: an overview of evidence from cohort studies of vascular diseases, diabetes and cancer. Elwood PC1, Givens DI, Beswick AD, Fehily AM, Pickering JE, Gallacher J.
[2] Eur J Clin Nutr. 2004 May;58(5):718-24. Milk drinking, ischaemic heart disease and ischaemic stroke II. Evidence from cohort studies. Elwood PC1, Pickering JE, Hughes J, Fehily AM, Ness AR.
[3] Med Sci Sports Exerc. 2013 Aug;45(8):1585-92. doi: 10.1249/MSS.0b013e31828b7dd0. Effect of milk on team sport performance after exercise-induced muscle damage. Cockburn E1, Bell PG, Stevenson E.
[4] Eur J Appl Physiol. 2015 Jun;115(6):1245-61. doi: 10.1007/s00421-015-3121-0. Epub 2015 Feb 12. The effect of milk on the attenuation of exercise-induced muscle damage in males and females. Rankin P1, Stevenson E, Cockburn E.
[5] Med Sci Sports Exerc. 2010 Jun;42(6):1122-30. doi: 10.1249/MSS.0b013e3181c854f6. Body composition and strength changes in women with milk and resistance exercise. Josse AR1, Tang JE, Tarnopolsky MA, Phillips SM.