28 marzo 2024
Aggiornato 22:00
Nuovi stili di vita e cancro

Friuli, pigrizia stile di vita per il 60% degli adolescenti

Campagna Aiom per spiegare che il movimento tiene lontano il cancro

TRIESTE - Movimento? No grazie! Sembra essere questo lo stile di vita degli adolescenti friulani: solo il 44% di loro svolge, infatti, attività fisica con regolarità e costanza. Tra questi, bocciate le femmine (soltanto il 37% è attivo) e rimandati i maschi (50%). Sono dati allarmanti, perché chi svolge attività fisica ha il 30% di probabilità in meno di sviluppare un tumore rispetto a chi è sedentario. Ecco quindi che diventa fondamentale la sensibilizzazione dei giovani a stili di vita sani, magari con la collaborazione dei campioni dello sport. Sono questi i concetti chiave del progetto «Non Fare Autogol», la campagna promossa da AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica) per spiegare agli adolescenti come tenersi alla larga dal cancro. Dopo il successo delle prime cinque stagioni, va in scena oggi la quinta tappa della sesta edizione all'Istituto "Marinelli" di Udine, dove il difensore bianconero Maurizio Domizzi sale in cattedra per insegnare ai giovani lo stile di vita dei campioni.

"È con grande piacere che ho accettato di partecipare a un progetto così importante, rivolto agli adolescenti, i nostri primi tifosi - dichiara Domizzi - La scuola è il luogo dove spesso cominciano le cattive abitudini, ma i ragazzi devono capire che uno stile di vita sbagliato alla loro età compromette la loro salute da adulti. L'attività fisica? Cominciamo a praticarla qua, tra un'ora di italiano e una di storia!». "Vogliamo far capire che la vera sfida contro il cancro inizia da giovani - sottolinea Alessandro Minisini del Dipartimento di Oncologia AOU di Udine e coordinatore regionale AIOM per il Friuli Venezia Giulia -. L'importanza di un corretto stile di vita, fin da ragazzi, è ampiamente dimostrata nella prevenzione oncologica. Il 40% dei casi per tumore, infatti, è causato da fattori di rischio potenzialmente modificabili». Ecco il principale obiettivo della campagna 'Non Fare Autogol', che utilizza il linguaggio universale dello sport per veicolare importanti valori e messaggi di salute: per renderli più incisivi, al fianco di AIOM si sono schierati la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il CONI e la Federazione Italiana Giuoco Calcio (FIGC) e l'FMSI (Federazione Medico Sportiva Italiana).

Un progetto innovativo, reso possibile grazie ad un grant non condizionante di Roche S.p.a. che fino al termine del campionato coinvolgerà squadre di calcio di Serie A e B e alcuni tra i maggiori allenatori italiani. Un vero e proprio 'Tour della prevenzione' nei 20 capoluoghi di regione, che può contare su un media partner d'eccezione. Tutti gli incontri negli Istituti, infatti, vengono ripresi da Sky Sport HD, che manda in onda contributi video e interviste esclusive all'interno di programmi dedicati e sul sito www.skysporthd.it. "Siamo felici di collaborare con gli oncologi dell'AIOM, una delle più importanti società scientifiche del nostro Paese, in un'iniziativa così importante come Non Fare Autogol, che utilizza il linguaggio universale dello sport per veicolare messaggi di salute - conclude il dott. Maurizio de Cicco, Amministratore Delegato Roche -. Roche è un'azienda che non si limita a promuovere la ricerca e a sviluppare farmaci. Il nostro impegno è significativo anche nel sostegno a iniziative di respiro sociale. Da azienda leader nel settore oncologico, sentiamo la responsabilità di promuovere la corretta informazione sull'importanza della prevenzione primaria e secondaria, come l'adesione ai programmi di screening attivi nel nostro Paese."

"Il cancro colpisce di più le Regioni settentrionali (+26%) rispetto al Sud: in Friuli per il 2015 sono previsti 7.120 nuovi casi di tumore con 3.480 decessi - ha aggiunto il dott. Minisini -. Nel 2015 in Italia si stima che verranno diagnosticati 363.300 nuovi casi di tumore (erano 365.500 nel 2014) e le percentuali di guarigione sono in aumento: il 63% delle donne e il 57% degli uomini sono vivi a cinque anni dalla diagnosi. Il merito è da ricondurre alla più alta adesione alle campagne di screening, alla maggiore efficacia delle terapie e ai progetti di sensibilizzazione".