25 aprile 2024
Aggiornato 03:30
Gli effetti della tecno-dipendenza

Anche tu hai la Sindrome da Capitan Uncino? Dagli esperti il decalogo «libera mani»

Tutti i consigli per vincere la dipendenza da smartphone che causa milioni di teste chine, mani impegnate, e sempre meno socializzazione reale

ROMA – La tecnologia è esplosa negli ultimi anni e, oggi, non solo è alla portata di tutti ma è letteralmente «nelle mani» di tutti. Questo ha portato non solo degli indubbi vantaggi, ma come spesso capita, anche degli svantaggi: tra questi diversi problemi posturali, dolori alle articolazioni, affaticamento della vista, disturbi del sonno e una scarsa socializzazione nella realtà. Infine, sottolineano gli esperti, è nata la cosiddetta Sindrome da Capitan Uncino, che costringe le persone a utilizzare solo la mano libera dal moderno «uncino», il telefonino.

Numeri
Secondo i numeri (non quelli di telefono), il 77% degli italiani possiede almeno uno degli 83 milioni di smartphone attivi nel nostro Paese. Il Digital, Social e Mobile 2015 ha riferito che in Italia 36,6 milioni di persone sono attive su Internet con 28 milioni di profili social, su cui passano oltre 2,5 ore al giorno. Senza contare le ore passate a messaggiare su WhatsApp o le 130 milioni di chiamate effettuate ogni giorno. Questo è quanto emerso da uno studio realizzato attraverso un monitoraggio online mediante metodologia WOA (Web Opinion Analysis) sui principali social network – Facebook, Twitter, YouTube – blog e community interattive, per il lancio della campagna di comunicazione 2015 di Coppa del Nonno. L’iniziativa ha inoltre coinvolto circa 70 esperti di sociologia e antropologia culturale, al fine di stilare il decalogo «libera-mani» da utilizzare per tornare a godersi fino in fondo le cose belle che accadono ogni giorno.

Realtà virtuale
«L’intera società è coinvolta in questo processo che ci vede tutti utenti, protagonisti di una realtà virtuale in cui viene appagato il narcisismo e la sete di protagonismo – afferma Luca Jourdan, professore di antropologia sociale all’Università degli Studi di Bologna «Alma Mater Studiorum» – La mano occupata dallo smartphone è sintomo di un’esperienza totalizzante che coinvolge l’homo urbanus: il corpo è presente, ma le mani portano la mente in un altro luogo. Questo ci rende individui alienati rispetto alla realtà: per tornare a vivere le relazioni e la socialità ci si dovrà distaccare progressivamente dall’oggetto che ci tiene incollati a una realtà parallela, «ricablando» le connessioni del nostro cervello che daranno spazio a nuove abitudini, o crearsi dei piccoli antivirus, dedicandosi ad attività che rendano possibili incontri reali come iscriversi in palestra, fare escursioni o mangiare un gelato in compagnia».

Il decalogo anti Sindrome da Capitan Uncino
1. Mangiare un gelato in compagnia è un «antivirus».
E’ importante crearsi dei momenti «antivirus», da dedicare completamente ad attività che rendano possibili incontri reali come mangiare un gelato o iscriversi in palestra, le mani saranno libere di interagire con gli altri.

2. La parola d’ordine è resistere
Resistere all’impulso di controllare ossessivamente lo smartphone causa un progressivo distacco da una realtà parallela: in questo modo sarà possibile dare spazio a nuove abitudini, ricablando le connessioni del nostro cervello.

3. Su la testa
Aprire gli occhi e alzare lo sguardo, incontrare l’altro senza filtri e lasciarsi trasportare dai sensi per riscoprire le emozioni reali. E’ necessario riscoprirsi osservatori, lasciare un po’ da parte il narcisismo per poter godere dello spettacolo della realtà.

4. Sfruttare tutti i 5 sensi
Lasciarsi emozionare dai colori, gli odori, vivere un’esperienza metropolitana che coinvolga tutti i sensi, tra cui anche il tatto può aiutare a rinunciare all’utilizzo dei dispositivi mobile e tornare ad assaporare la bellezza che ci circonda.

5. Go offline
Concretamente è la soluzione che scioglie ogni residua difficoltà. Individuare i momenti in cui spegnere il cellulare per dedicarsi completamente all’ambiente e alle persone: a tavola, in spiaggia, con il partner o durante il lavoro.

6. Old but gold
A volte gli strumenti tradizionali aiutano a «liberare le mani» dalla tecnologia: per esempio utilizzare un orologio da polso o una normale sveglia permette di evitare di dover continuamente affidarsi telefono per conoscere l’ora e alzarsi dal letto.

7. Incontrarsi evita brutte sorprese
La relazione face-to-face è quella che struttura il rapporto sociale e consente di conoscere realmente l’altro ed evitare brutte sorprese; come quando si incontrano amici conosciuti online sui quali si erano fatte aspettative sovrastimate.

8. Un ostacolo… può aiutare
Creare un vero e proprio percorso a ostacoli può essere utile per scoraggiare un uso compulsivo dello smartphone. Per esempio inserire un codice di sicurezza o eliminare le app che creano più dipendenza può aiutare a rompere le routine tecnologiche.

9. Affidarsi al «batch processing»
Se è necessario guardare il telefonino è possibile utilizzare «batch processing», che consiste nel concentrare in un unico momento più attività, avendo più tempo a disposizione da dedicare alle altre mansioni o alle relazioni sociali.

10. Un’app che aiuta a fare a meno delle app
Per gli irriducibili del cellulare tra le mani è stata creata «iDont», un’app che, dopo aver sottoposto l’utente a un test che calcola il grado di dipendenza da smartphone, controlla il dispositivo e, in seguito a un certo utilizzo, ne blocca le funzioni.