19 aprile 2024
Aggiornato 02:30
Medicina

Alleanza senza confini per la ricerca sul cancro

È stato inaugurato a Singapore il primo Joint Research Lab in ambito oncologico

MILANO - È stato inaugurato a Singapore il primo Joint Research Lab in ambito oncologico, un laboratorio congiunto tra Ifom di Milano e A*star, l'Agenzia governativa per la Scienza, la Tecnologia e la Ricerca di Singapore, oggi uno dei maggiori protagonisti a livello mondiale nel settore della ricerca biomedica.
Il laboratorio nasce in seno all'Unità di Ricerca Biomedica diretta a Singapore da David Lane, il «padre» del gene mutatoP53 che accomuna più del 50% dei tumori, e avrà la missione di individuare approcci terapeutici mirati contro il cancro.
L'operazione indica chiaramente che il futuro della ricerca scientifica non può che essere nella collaborazione internazionale tra i centri di ricerca più innovativi.
E che una collaborazione con la dinamica città-stato, riconosciuta come il quarto Polo di Ricerca a livello mondiale, potrà portare solo vantaggi anche al Sistema Italia.
«Il futuro della ricerca - fanno sapere dall'Ifom - dipenderà dalla creazione di sinergie internazionali, fondate su team di lavoro virtuali, su obiettivi di ricerca comuni, sulla condivisione delle risorse e delle tecnologie, sullo scambio formativo, sulla circolazione dei cervelli».
Perché, se gli obiettivi della ricerca sul cancro sono ormai chiari - dalla diagnosi precoce alle terapie personalizzate - il percorso più efficace per raggiungerli velocemente è di uscire da logiche territoriali e unire le proprie forze su progetti congiunti in uno scenario internazionale.
«In un mondo sempre più competitivo - commenta Marco Foiani, direttore dell'Ifom - fare ricerca da soli entro i confini nazionali è una corsa fallimentare, che a lungo termine non può produrre risultati scientifici di qualità, né avere ricadute benefiche per l'Italia».

«Singapore - precisa Foiani - ci interessa non solo per gli investimenti crescenti in innovazione tecnologica ma anche per il dinamismo sul fronte della ricerca e per la qualità della sua produzione scientifica». Le autorità istituzionali singaporiane sostengono infatti un intenso programma di sviluppo nel campo biomedicale, prevedendo per i prossimi anni un ulteriore incremento dei già sorprendenti volumi di investimento registrati in questo settore che considerano cruciale. Il tutto in un quadro politico-strategico che ripone proprio nella cooperazione internazionale con i centri di ricerca d'eccellenza mondiali e nel coinvolgimento di esperti da tutto il mondo una delle principali chiavi di successo delle proprie politiche di sostegno alla ricerca.

Ma se Singapore è già consolidato come polo internazionale di sviluppo della ricerca biomedica, qual è il motivo di interesse di una partnership con l'Italia?
«Il p53 Joint Research Lab costituirà una piattaforma strategica di collaborazione scientifica tra Ifom e A*star» spiega Lim Chuan Poh, chairman dell'Agenzia di sviluppo di Singapore. «Siamo particolarmente entusiasti delle capacità e dell'esperienza di Ifom nell'ambito dell'oncologia molecolare e confidiamo di estendere e approfondire la nostra interazione scientifica per velocizzare l'acquisizione di nuove scoperte e la loro applicazione con l'obiettivo di apportare benefici ai milioni di pazienti affetti da patologie tumorali nel mondo«
Il Joint Research Lab inaugurato a Singapore si occuperà dello studio di targeted cancer therapies, ovvero di approcci terapeutici mirati contro il cancro. Il laboratorio sarà diretto dalla scienziata singaporiana Cheok Chit Fang, laureata presso l'Imperial College di Londra e con un PhD conseguito all'Università di Oxford. Il team guidato da Cheok Chit Fang, che a regime sarà costituito da sette ricercatori, lavorerà in stretta collaborazione, oltre che con i laboratori Ifom nella sede milanese secondo un'ottica di team virtuale, con il p53 Laboratory diretto dal professor David Lane, autore nel 1979 di una delle scoperte più significative sulla tumorigenesi: l'identificazione del gene mutato P53 che accomuna più del 50% dei tumori.