5 maggio 2024
Aggiornato 19:30
Sviluppata dagli scienziati dell’Università di Washington a Seattle

Nanoparticelle polimeriche per sconfiggere il cancro

E' in grado di somministrare in modo efficiente un gene modello in due tipi di cellule cancerose

Gli scienziati dell’Università di Washington a Seattle hanno sviluppato, nell’ambito della Piattaforma di Nanotecnologia per la diagnosi e la terapia del cancro al cervello in età pediatrica, una nanoparticella polimerica in grado di somministrare in modo efficiente un gene modello in due tipi di cellule cancerose.

«Il gene – fa sapere Miqin Zhang, coordinatore della ricerca – funziona in modo appropriato una volta che entra nelle cellule target». La nanoparticella sviluppata dal gruppo di Zhang è costituita da due polimeri – polietilenimine (PEI) e glicole di polietilene (PEG) – legati alla clorotossina, una piccola proteina derivata dal veleno dello scorpione.

Studi precedenti hanno mostrato che la clorotossina lega diversi tipi di tumori, inclusi il glioma e il medulloblastoma, due cancri del cervello. Spiega Zhang: «PEI forma nanoparticelle stabili che legano il Dna, ma queste possono essere tossiche. Aggiungendo PEG si fornisce alle nanoparticelle una superficie biocompatibile che riduce enormemente la tossicità di PEI».

Come test, gli scienziati hanno usato le loro nanoparticelle per somministrare Dna che codifica per GFP (green fluorescent protein), la quale è impiegata diffusamente nello studio dell’espressione genica. Quando erano aggiunte alle cellule tumorali che esprimono il recettore della clorotossina, le nanoparticelle venivano rapidamente raccolte dalle cellule, che diventavano verdi grazie all’espressione di GFP. In contrasto, le nanoparticelle prive di clorotossina non erano raccolte dalle cellule, e le cellule tumorali privi del recettore della clorotossina non raccoglievano le nanoparticelle.