19 aprile 2024
Aggiornato 17:00
Roma

L'okkupazione al Virgilio tra video hard, bombe carta e figli di papà

Il Virgilio è uno storico liceo della Roma bene frequentato da annoiati figli di papà e le attività svolte durante l'occupazione - tra lancio di petardi e video porno amatoriali - lo dimostrano

Liceo Virgilio di Roma occupato
Liceo Virgilio di Roma occupato Foto: ANSA

ROMA - Il Virgilio è uno storico liceo della Roma bene frequentato da annoiati figli di papà e le attività svolte durante l'occupazione. Le notizie circolate nelle ore scorse, a seguito della denuncia della preside, riportano un po' di tutto. Bombe carta che esplodono nel cortile pieno di studenti e l'allarme antincendio che si attiva; scene porno con ragazzi che fanno sesso in classe e conseguente sorpresa generale per l'effetto virale sui social network; feste a pagamento, ovviamente con tanti saluti alla Siae. Di certo non sono queste le forme di protesta più efficaci per combattere la buona-scuola e la vergognosa alternanza scuola-lavoro.

NIENTE GENERALIZZAZIONI - Ovviamente non bisogna generalizzare: i figli di papà protagonisti di queste discutibili forme di protesta sono solo una minoranza. Già, ma sono una minoranza che puntualmente decide se attuare un'occupazione o un'autogestione interrompendo lo svolgimento delle lezioni. Non solo: a fronte di una maggioranza, non sempre silenziosa, e dei vertici dell'istituto, i responsabili dei tristi episodi trovano nei loro genitori i principali difensori, chissà magari dopo essere stati i loro ispiratori.

IPOCRISIA PUNTUALE - Come al solito, tutti cadono dalle nuvole dopo gli episodi riguardanti l'occupazione dello storico liceo romano Virgilio. Primi tra tutti i rappresentanti degli studenti. «Il video - hanno fatto sapere - sarebbe stato realizzato all'insaputa dei due ragazzi e dentro il nostro istituto, secondo le fonti giornalistiche, durante l'occupazione. Noi, come collettivo, eravamo all'insaputa di tutto ciò fino agli articoli pubblicati dai giornali stamattina». Che peccato: neanche il coraggio di rivendicare l'eros come arma di ribellione. Ma dove sono finiti quei grandissimi rivoluzionari del '68? Ah già, hanno fatto carriera. E oggi si sono ridotti a difendere i loro bambini che di certo non sanno cosa significhi la parola «ribellione».