Cangini: «Competizione Salvini-Meloni danneggia il centrodestra»
Il Senatore di Forza Italia, Andrea Cangini: «Meloni ancorata a vecchi schemi, serve più coraggio. Non puoi pensare di governare uno Stato dell'Ue contro l'Ue». Lollobrigida: «A Milano per alleanza alternativa ai progressisti»
«Un centrodestra forte creerebbe anche un centrosinistra forte e ci sarebbe una bella competizione. Purtroppo la competizione continua Salvini-Meloni rende il centrodestra poco credibile e questo è un danno per tutti». Lo ha detto Andrea Cangini, senatore di Forza Italia, intervenendo ai microfoni della trasmissione «L'Italia s'è desta», condotta dal direttore Gianluca Fabi su Radio Cusano Campus.
«Prima c'era un leader come Silvio Berlusconi che riusciva a fare concavo e convesso e a mediare tra le posizioni - ha aggiunto -. Purtroppo Salvini non è mai entrato nei panni del leader della coalizione, in più ora è anche in una fase declinante, sulla base dei sondaggi il candidato premier sarebbe Giorgia Meloni che però dovrebbe avere un po' più di coraggio, è rimasta ancorata a quegli schemi e anche alle compagnie di Colle Oppio. Quella fase è finita. Non puoi pensare di governare uno Stato dell'Ue contro l'Ue. Fare chiarezza sulle alleanze in UE è importante, devo dire che anche su questo Meloni ha fatto una scelta rispetto a Salvini, il problema è che fanno certe scelte perchè pensano che queste possano essere utili in patria, ma non può essere solo questo il motivo per cui si fanno delle scelte».
Anche sulla politica estera, ha proseguito, «ci dovrebbe essere maggiore attenzione. Nel centrodestra la Meloni ha fatto una scelta di campo chiara, anche in contraddizione con il passato, ha scelto il campo atlantico, non ha più parlato di Marine Le Pen. Credo che sia piuttosto indicativo. Salvini invece non solo ha continuato a tifare Le Pen, all'inizio ha eccepito sull'uso di armi per poi correggersi, si è trincerato dietro il pacifismo di Papa Francesco che non depone mai a favore della leadership di un politico, perchè il Papa è un capo religioso, non un politico. Non c'è purtroppo tutta questa omogeneità sul campo della politica estera nel centrodestra».
Lollobrigida: «A Milano per alleanza alternativa ai progressisti»
«Il popolo del centrodestra attende da tempo un quadro chiaro di quella che potrebbe essere la strategia per proiettare nel futuro la Nazione e la conferenza programmatica di Milano segna per Fratelli d'Italia un ulteriore passaggio di centralità nella costruzione di un'alleanza politica alternativa ai progressisti, basata sulla volontà di 'liberare l'energia dell'Italia'. Per quanto ci riguarda, non aver aderito al governo Draghi rende ancor più credibile la proposta incarnata da Giorgia Meloni e da Fratelli d'Italia. Ognuno ha le proprie opinioni, ci mancherebbe, ma quelle dei commentatori di sinistra che s'affrettano a dar giudizi e consigli all'area politica e culturale opposta, per quanto ci riguarda hanno davvero poco peso». Così in un'intervista al Tempo il capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera, Francesco Lollobrigida.