Il ritorno dei Forconi, a fianco dei gilet gialli: «Ci somigliano molto». Ecco come andò al movimento anti-Monti
A Roma una manifestazione in cui i Forconi protesteranno a fianco dei gilet gialli francesi. Ferro: «Noi siamo stati gli antesignani»
PALERMO - «Sabato a Roma incontriamo i gilet gialli perché ci somigliano molto, noi siamo stati gli antesignani». Lo dice Mariano Ferro, ex leader del Movimento dei Forconi, ai microfoni della trasmissione «L’Italia s’è desta», su Radio Cusano Campus. «Il Movimento dei Forconi - ricorda - fece molti errori ma soprattutto non aveva qualcuno dietro che lo finanziasse, abbiamo fatto tutto a livello familiare. Non abbiamo resistito». All’epoca il movimento partì dalla Sicilia, in un contesto politico di austerity con il governo Monti, «eravamo polvere per il sistema Europa e fummo presi in giro». Poi con Letta la protesta si spostò dalla Sicilia in tutta Italia.
Ferro: «Noi siamo stati gli antesignani»
«I gilet gialli - sottolinea - ci somigliano molto, noi siamo stati gli antesignani. Hanno già minacciato di morte la ministra che sta preparando lo statuto per fare il partito dei gilet gialli». Secondo Ferro è giusto fare il partito «perché altrimenti non rimarrebbe niente di questa protesta. Bisogna lasciare una traccia per incidere nelle scelte politiche di un Paese. Non si può protestare ogni sabato e basta. Non si può fare il weekend spaccando vetrine e bruciando macchine, questo non lo condivido». Ma quando lo disse ai tempi fu massacrato da quella parte del movimento dei forconi che la pensava diversamente. «In quel modo dai ragione a Macron che dice che la protesta dei gilet gialli è violenta».
Gli inizi del movimento dei Forconi
Quando in Sicilia partirono per fare l’operazione nazionale – ricorda Ferro – andarono a parlare con Rosario Cancelleri, capogruppo del M5S in Sicilia, poi candidato alla presidenza della Regione Sicilia. «Loro erano entusiasti di questo contratto perché noi chiedevamo una copertura politica per quella che doveva essere un’operazione da fare in tutta Italia». I deputati siciliani con cui fecero una riunione in Assemblea regionale, dice, erano entusiasti. Chiesero un incontro riservato con Grillo per chiedere «una mano» dal punto di vista politico. Ma niente. «Di Maio ora vuole mettere il cappello sui gilet gialli francesi. Non è proprio corretto che un vicepremier appoggi un movimento di protesta che nei fine settimana brucia le macchine in Francia». Secondo Ferro i francesi «stanno sbagliando punto su punto». Se Macron avesse fatto lo stesso con la protesta dei Forconi lui si sarebbe indignato, dice. La leader dei gilet gialli ha risposto picche all’offerta di Di Maio e «non posso darle torto perché è una questione francese».
Non mi fido più di nessuno
Sabato prossimo ci sarà la loro manifestazione. «Io non sono né di sinistra né di destra, non mi fido più di nessuno, si sono fatte campagne elettorali sparando sulle banche e oggi si salva una banca. Governare è un’altra cosa. L’Italia sta passando un brutto momento. Se dovesse fallire questo governo può succedere molto di più di quello che accadde nel 2013 con i Forconi. L’unica speranza è legata alla elezioni europee, perché l’Europa deve cambiare».
Reddito di cittadinanza? Il lavoro lo
Quanto al reddito di cittadinanza, Ferro spiega il suo disappunto: «Non sono assolutamente d’accordo, il lavoro lo creano le imprese. Il Meridione è svuotato da queste imprese che la globalizzazione ha distrutto. Bisognava aiutare chi ha voglia di fare impresa, i soldi dati all’assistenzialismo sono già stati dati finora». La Sicilia che vuole cambiare è stanca di assistenzialismo. «Poi non capisco questa storia delle tre proposte di lavoro, già sarebbe un miracolo se ce ne fosse uno di posto di lavoro disponibile. O si dà coraggio alle imprese, ai commercianti, agli artigiani che sono tutti al lumicino, o non si va da nessuna parte» conclude.