Paolo Guzzanti: «Attenta Meloni, gli elettori di destra mettono facilmente le corna»
L'ex parlamentare, giornalista e autore del libro «La maldestra», fa il punto sulla situazione del centrodestra italiano ai microfoni del DiariodelWeb.it

Il centrosinistra è uscito a pezzi dalla fine del governo Draghi: si è sciolto il fragile campo largo tra Pd e M5s e sono appena iniziate le trattative per le alleanze, figuriamoci quelle per individuare un leader della coalizione. Anche il centrodestra, però, non è messo molto meglio: seppur l’asse tra Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia appaia solido, al suo interno si continua a discutere sul candidato premier e sulle formule da adottare. Il DiariodelWeb.it ha chiesto un punto della situazione a Paolo Guzzanti, già deputato e senatore forzista e giornalista, che oggi scrive i suoi commenti politici su Il Giornale e Il Riformista. Ai tormenti e alle passioni della destra italiana ha dedicato il suo ultimo libro «La maldestra», appena uscito per Paesi Edizioni.
Paolo Guzzanti, nella caduta del governo Draghi, oltre al Movimento 5 stelle, anche la destra ha fatto la sua parte.
È stato un pasticcio parlamentare in cui tutti hanno una parte di responsabilità. Ha cominciato il M5s, perché Conte voleva dare un segnale forte di smarcatura e di discontinuità. Ha il cappio al collo, perché in queste elezioni va verso la catastrofe, e per farsi notare ha tirato la corda. Finché ha trascinato giù una serie di giochi di consensi e posizioni.
In che senso?
Che qualcuno ha cominciato a pensare: e se lo facciamo davvero? E se lo lasciamo cadere, che ci guadagniamo? Questo atteggiamento è stato comune alla destra e alla sinistra: hanno anteposto evidentemente i propri vantaggi elettorali a quelli del Paese. Hanno preferito far fuori Draghi che era solo un impaccio.
E adesso la destra in che condizioni si trova?
La destra sta insieme fino ad un certo livello amministrativo. Gli elettori che anticomunisti, che non voterebbero mai il Pd, hanno trovato in Fratelli d'Italia il partito più energico. In passato era successo a Forza Italia che prendeva il 32%, poi alla Lega, adesso è il momento della Meloni.
Quanto durerà?
Dal mio punto di vista questo è un fatto episodico: la storia dimostra che questo è un elettorato che mette le corna. Vota chiunque, purché non li porti ad abbracciare la sinistra. Peraltro la Meloni, così di destra e vista male dal New York Times, ha fatto almeno un grande convegno insieme a Letta per schierarsi dalla parte della Nato. Cosa che gli altri due partiti del centrodestra non hanno fatto. Questo già mescola molto le carte.
Magari lo ha fatto per accreditarsi, visto che studia da premier.
Questo lo vedremo. Io penso che il fatto di risultare la più votata alle elezioni non la renda, per questo soltanto, abile a presiedere un governo. Sappiamo tutti e sa pure lei lo stato di allarme che ha creato con i suoi atteggiamenti, che si potrebbe risparmiare. Ed è anche su questi che si gioca la partita.
Non mi dirà che anche lei addita il ritorno del fascismo.
Ma niente affatto, figuriamoci. Prima di tutto la storia non si ripete e poi il presunto pericolo fascista sarebbe rappresentato dalle facce che fa Salvini al Papeete e la Meloni in Spagna? Suvvia, sono delle castronerie terribili. Però...
Però?
Questo crea un assetto già sperimentato: ricondurre i problemi italiani alla partita di calcio tra fascismo e antifascismo. In realtà non c'è né l'uno né l'altro, sono due balle. Ma questa è una disgrazia per l'Italia. La destra, in Europa e nell'Occidente, è stata di tradizione liberale, di manica stretta con i lavoratori e leggeri con le tasse dei ricchi.
E oggi?
Oggi tutto questo è scomparso e si fa finta che la destra rappresenti ideali comuni a fascisti e comunisti, di un ceppo di origine marxista, statalista. L'unica distinzione è tra chi è più per lo Stato e chi è più per la libertà. Ma nessuno, da una parte e dall'altra, ha uno straccio di idea su che cavolo di Paese vuole tentare di fare.
Eppure un tentativo di rivoluzione liberale in Italia c'è stato. Aveva provato a farlo Berlusconi, ma evidentemente non ha funzionato.
Io ero lì. Lui fu molto ostacolato da Fini, Casini e anche Bossi, ogni volta in cui provava a fare le riforme. Secondo me è stato mal circondato, da gente che di politica spicciola ne sapeva molto più di lui. E poi hanno dovuto farlo fuori con la legge Severino. Quell'area si è consunta, ma quell'elettorato c'è ancora, anche se è confuso, non ha più un leader di riferimento e ha smesso di votare.
Sono finite le ideologie, sono finite anche le idee ed è rimasta solo la lotta di potere.
Fascismo e comunismo sono morte, entrambe nella vergogna. Mentre quella che potrebbe essere vincente, ma per ora non lo è, è il liberalismo. Le idee liberali sono quelle che non ledono la libertà di nessuno.
Quindi ci vorrebbe un nuovo Berlusconi?
Esatto. Nel mio piccolo, scrivo le mie idee sperando che anche lui le legga. Se Berlusconi si arrende all’ipotesi della somma dei voti del centrodestra per vincere, si presta ad un gioco politico privo di idee programmatiche. Io, personalmente, in questo modo non li voto e non li voterò mai.
E il centrosinistra?
Non è messo meglio. Il Pd si è unito al M5s solo ed esclusivamente per prendergli i voti, nient'altro. Ed è colpevole di avere varato una riforma parlamentare fallimentare, con la riduzione dei seggi. E di avere accompagnato l'assoluto colpo di Stato del limite dei due mandati, che lede il principio secondo cui gli elettori possono votare chi gli pare. I dem si sono maritati ad un Movimento che dichiarava di voler aprire il parlamento come una scatola di tonno. In questo senso sono complici di un'eversione, di un attentato alla Costituzione. Sono fatti di una gravità enorme. Altro che il presunto fascismo della Meloni...