23 aprile 2024
Aggiornato 23:30
Informazione

Ora tra Movimento 5 stelle e giornalisti è guerra aperta

Nuovo, pesante attacco del Movimento 5 stelle ai giornalisti. Che stavolta rispondono con una giornata di protesta. Il 13 novembre flashmob in tutte le Regioni

Il ministro dello Sviluppo Economico e del Lavoro Luigi Di Maio esce dal suo ministero per incontrare i giornalisti
Il ministro dello Sviluppo Economico e del Lavoro Luigi Di Maio esce dal suo ministero per incontrare i giornalisti Foto: ANSA/MASSIMO PERCOSSI ANSA

ROMA - «C'è la Costituzione, la libertà di stampa è tutelata e sarà tutelata fino alla fine, ma negli ultimi trenta anni è mancata una cultura generale dell'indipendenza ed è un tema che va affrontato perché la stampa influenza la politica e i politici influenzano i giornalisti». Il presidente della Camera, Roberto Fico, a margine di un appuntamento a Napoli, ha commentato così alla querelle che vede il vicepremier Di Maio opposto ai giornalisti definiti «infimi sciacalli» dopo l'assoluzione del sindaco Raggi. Ma distendere gli animi è impossibile. La tensione, tra giornalisti e Movimento 5 stelle, è ormai altissima e a rincarare la dose è arrivato un commento a firma M5s sul Blog delle Stelle in difesa di Virginia Raggi ma, soprattutto, in attacco alla stampa italiana.

Il nuovo attacco ai giornalisti
«Per mesi l'hanno chiamata Oca del Campidoglio, Bambolina, Marchesa del Grillo. Da innocente, l'hanno condannata mediatamente, ricoperta di false accuse e insulti imbarazzanti». Inizia così il nuovo attacco, in un post sul Blog delle Stelle dedicato ancora all'assoluzione della sindaca di Roma Virginia Raggi, a firma del Movimento 5 stelle. «Oggi, dopo l'assoluzione, dove sono le scuse di quei giornali che invece di occuparsi dei dettagli del processo, hanno provato a influenzare negativamente l'opinione pubblica? Invece di raccontare i fatti, hanno fatto per due anni e senza mai una tregua pressioni, sfornato articoli con retroscena raccapriccianti, ridicoli e falsi. E questa la chiamano informazione? Questa è squallore, menzogna!». 

L'obiettivo: tagliare il finanziamento pubblico
«Diciamolo chiaramente: oltre alla deontologia professionale che gli impone di essere sempre super partes» prosegue il M5s «i giornali hanno preso e prendono anche soldi pubblici, soldi degli italiani». E, secondo il Movimento, «per tale motivo hanno l'obbligo di raccontare sempre, e solo, la verità dei fatti e non fare politica per i loro partiti di riferimento che nel corso degli anni hanno elargito fior di quattrini ai loro editori! I giornali non devono fare propaganda, ma devono informare. Da troppo tempo i giornali, invece, fanno politica e provano a influenzare i cittadini. Una cosa è certa: troppi editori sono in chiaro conflitto di interesse. Per questo motivo aboliremo i finanziamenti pubblici all'editoria. Perché questi soldi (degli italiani!) sono finiti nelle tasche dei giornali di 'regime' che invece di svolgere correttamente il proprio lavoro hanno dato linfa ad una raccapricciante propaganda politica. Con il MoVimento questo scempio finirà!».

La protesta dei giornalisti
«Basta attacchi ai giornalisti. Gli insulti e le minacce di Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista non sono soltanto l'assalto ad una categoria di professionisti, ma rappresentano anche e soprattutto il tentativo di scardinare l'articolo 21 della Costituzione e i valori fondamentali della democrazia italiana. Una prima risposta pubblica agli attacchi del vicepremier Di Maio e di quanti pensano di poter ridurre al silenzio l'informazione italiana e' fissata per martedi' 13 novembre». Lo annuncia la Federazione nazionale della stampa, che promuove il flashmob "Già lemani dall'informazione" aperto non soltanto ai giornalisti, ma anche a cittadini e associazioni che «considerano l'informazione un bene essenziale per la democrazia». All'iniziativa ha già aderito il Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti.

Il flash mob dei giornalisti
Il flashmob - spiega la Fnsi in una nota - si terrà in contemporanea, dalle 12 alle 13, nelle piazze dei capoluoghi di regione. «Ritrovarsi in piazza contemporaneamente» spiega Raffaele Lorusso, segretario generale della Federazione della stampa «significa respingere tutti insieme attacchi volgari e inaccettabili contro l'informazione e i giornalisti». Ormai per la Fnsi non si tratta più di episodi isolati, ma di «azioni mirate a screditare una categoria di professionisti con lo scopo di disorientare l'opinione pubblica». Una forza politica, il Movimento 5 Stelle, «che teorizza il superamento del Parlamento e della democrazia liberale ha messo nel mirino i giornalisti e gli editori perché per realizzare questo progetto bisogna togliere di mezzo tutti gli organismi intermedi e impedire ai cittadini di conoscere».