29 marzo 2024
Aggiornato 08:30
Cultura

Musei, le ombre di Raggi e Zingaretti sulla gestione del Planetario

Spazi ridotti, biglietto aumentato e bando lampo per l’aggiudicazione di un museo che dovrebbe essere ospitato all’Eur, ma che ora è a San Lorenzo

Il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti con il sindaco di Roma, Virginia Raggi
Il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti con il sindaco di Roma, Virginia Raggi Foto: ANSA

ROMA – Davvero strana la storia del Museo Astronomico di Roma: la sua sede originaria è all’Eur, poi è stata spostata a Villa Torlonia, poi all’ex Dogana a San Lorenzo. Il prezzo del biglietto nel corso di questo girovagare, è leggermente lievitato – da 8 a 12 euro – al contrario degli spazi espositivi che sono invece diminuiti. Inoltre, mentre la società aggiudicatrice si mette in tasca tutti gli introiti fino a 890mila euro, al Comune di Roma e Zetema vanno soltanto le briciole, ovvero il 22% degli utili dopo tale cifra. Sulla gestione del Planetario, i suoi costi e i suoi introiti da tempo chiedono spiegazioni alcuni consiglieri.

Interrogazione di Figliomeni (FdI)
A sollevare numerose perplessità in questa vicenda è soprattutto l’affidamento in concessione del Planetario alla società Mondomostre Skira, attraverso un bando lampo messo in piedi da Zetema, società partecipata al 100% da Roma Capitale che opera nel settore Cultura. «Il bando sembra cucito su misura, aperto e chiuso in circa 20 giorni, al quale – aspetto non irrilevante – ha partecipato solo la società aggiudicatrice con diritto di prelazione» è la denuncia di Francesco Figliomeni consigliere capitolino di Fratelli d’Italia. La sede originaria del Planetario è nel quartiere Eur, nel luogo del sito del Museo della Civiltà Romana da alcuni anni chiuso in attesa di lavori di manutenzione, quindi successivamente spostato  presso Villa Torlonia, per giungere attualmente nella sede della ex Dogana di San Lorenzo: una scelta incomprensibile, secondo Figliomeni, in quanto le scelte economiche portate avanti dall’Amministrazione Raggi su questa situazione non tengono conto di aspetti non secondari, come il costo del biglietto che nella sede dell’Eur era di euro 8 per giungere oggi ad euro 12, quindi un costo aumentato per i cittadini per un allestimento del Planetario più ristretto rispetto alla sua struttura originale dell’Eur, che poteva contare su una cupola di 14 metri di diametro e un centinaio di posti a sedere, per passare oggi nella sede di San Lorenzo con una cupola di 6 metri di diametro e una cinquantina di posti per gli spettatori.

I dubbi sul bando
L’aspetto che desta maggiore preoccupazione, secondo il consigliere comunale di Fratelli d’Italia, è che Mondomostre Skira, la società aggiudicatrice si mette in tasca tutti gli introiti fino a 890mila euro e al Comune di Roma e Zetema vanno soltanto le briciole, ovvero il 22% degli utili dopo tale cifra. «Stiamo monitorando da tempo insieme a Fabrizio Santori, consigliere regionale uscente di Fratelli d’Italia questa situazione paradossale, motivo per cui abbiamo presentato un’interrogazione al Sindaco e all’Assessore alla Cultura, al fine di sapere quali atti tangibili intendono porre in essere per poter dare risposte tempestive in termini di trasparenza riguardo al bando di realizzazione del Planetario assegnato a tempo record ad una società privata, Mondomostre Skira, che si avvale dei servizi di Zetema, società partecipata del Comune di Roma, quali sono le motivazioni dello spostamento del Planetario da Villa Torlonia nella ex Dogana di San Lorenzo, quali sono i vantaggi per le casse comunali, quali concrete iniziative sono state adottate per garantire la sicurezza e la tranquillità degli abitanti del quartiere».

Gli spazi dell’ex Dogana
A suscitare altre perplessità è l’utilizzo degli spazi dell’ex Dogana di San Lorenzo dove vengono ospitati anche altri eventi ogni notte fino all’alba: «Ci chiediamo – ha proseguito Figliomeni - per quale motivo siano state rilasciate in soli tre anni ben diciotto autorizzazioni temporanee di pubblico spettacolo sull’area della ex Dogana, visto che le autorizzazioni temporanee vengono rilasciate soltanto in occasione di eventi con durata limitata e non vanno ripetute  con ripetizione da stessi soggetti». Nei giorni scorsi era anche intervenuto il consigliere uscente della Regione Lazio, Fabrizio Santori: «All’ex Dogana sembrerebbe aver preso forma una strana modalità di assegnazione in proroga. La gestione di questi spazi sembrerebbe ancora molto opaca, e né la sindaca Raggi né il M5S fanno molto per chiarirla. Soprattutto alla luce delle parole dell’amministratore delegato di MondoMostre Skira riportate sul noto sito romano, dove si alluderebbe a presunti rapporti con il Comune che, a detta dell’ad, avrebbe acconsentito all’allestimento e gestione dell’area per ospitare il Planetario. Sull’Ex Dogana avevamo già inoltrato una richiesta di accesso agli atti al Comune per fare chiarezza rispetto ai soggetti affidatari degli spazi e alle modalità di affidamento stesse, tra proroghe e bandi-lampo. Ma certe dinamiche sembrano ancora dubbie.

Ex Dogana quartier generale di Zingaretti?
I due esponenti di Fratelli d’Italia, inoltre, hanno varie volte denunciato come l’ex Dogana si sia prestata a location del cuore del presidente Zingaretti. Proprio qui, infatti, lo scorso 28 novembre venne svolta la presentazione di Fondo Futuro, il fondo regionale per il microcredito e la micro finanza con discutibili modalità di accesso previa iscrizione: «Magari – era stata la denuncia di Santori – per racimolare qualche indirizzo e-mail da usare nel marketing della campagna elettorale. Un puzzle con ancora diverse tessere mancanti che contiamo di individuare presto».