23 aprile 2024
Aggiornato 09:30
Criminalità

Arresto boss latitante, ecco chi era il capo della nuova Banda della Magliana

Fausto Pellegrinetti era irreperibile da 25 anni: è stato catturato in Spagna, in un appartamento di super lusso al centro di Alicante

Un momento dell'operazione della polizia che ha portato all'arresto in Spagna del superlatitante Fausto Pellegrinetti,
Un momento dell'operazione della polizia che ha portato all'arresto in Spagna del superlatitante Fausto Pellegrinetti, Foto: ANSA/ POLIZIA DI STATO ANSA

ROMA - E' stato catturato in Spagna, in un appartamento di super lusso al centro di Alicante, un attico vista mare, il superlatitante Fausto Pellegrinetti della nuova Banda della Magliana e uno dei più potenti uomini dei Marsigliesi Fausto Pellegrinetti. L'uomo 76 anni, era latitante da oltre 15 anni, perché condannato in via definitiva a 13 anni di reclusione per associazione a delinquere finalizzata al narcotraffico e riciclaggio, ma era irreperibile dal 93 quando, il 22 ottobre, fuggì dalla clinica romana Belvedere Mondello. Una lunga storia criminale, che conta collegamenti con i membri storici della banda della Magliana, con il clan dei Marsigliesi e con le cosche di Platì.

L’arresto in Spagna
Ieri la polizia italiana, con l'aiuto di quella spagnola, alle due del pomeriggio, dopo un giorno e mezzo di appostamenti, ha fatto irruzione nell'attico, dove da almeno due anni, abitava e lo hanno arrestato. 'E' un simbolo della criminalità che ha infangato Roma negli anni 80-90', hanno sottolineato il capo della squadra mobile Luigi Silipo e Alfredo Fabbrocini, che guida la seconda divisione Sco. Pellegrinetti già negli anni '90, era in grado di muovere un giro d'affari da un miliardo di vecchie lire a settimana, inondando Roma con centinaia di chili di droga. Un patrimonio riciclato soprattutto con le slot machine e ripulito con numerosi investimenti. Dal 1980, grazie ad un accordo con Abbrucciati, siglato in un ristorante di Trastevere, si era diviso con la Banda della Magliana l'impero della droga nella capitale e condiviso le "batterie".

Il conto in sospeso
Un lungo conto in sospeso con i poliziotti della questura di Roma, che già nel 1977 lo avevano arrestato la prima volta: così uno dei poliziotti romani, nella task force che ha condotto la cattura, quando ha fatto irruzione nell'attico di via Paseo del Pintor Fernando Soria, lo ha chiamato: "Fausto", l'uomo è rimasto interdetto, e l'agente ha proseguito: "Ti ricordi di via Genova? (la sede della questura a Roma ndr), il latitante ha risposto: "E' da un po' che ci manco». E il poliziotto ha chiuso così il conto: "Ti stanno arrestando quelli di via Genova». "E' un simbolo di quella criminalità che ha infangato Roma, dopo Johnny lo Zingaro, toccava a lui. Per noi era un punto d'onore. - ha sottolineato il comandante della seconda divisione dello Sco - e questo è anche un messaggio per gli altri latitanti: li troviamo".