28 marzo 2024
Aggiornato 21:00
Lazio

Roma, non solo Spelacchio: gli elogi (ignorati) dell’Anac alla giunta Raggi

Dopo il clamore dell’albero di Natale, è passato quasi sotto il silenzio dei media il parere dell’Authority nei confronti dell’operato del Comune

La sindaca di Roma Virginia Raggi durante la presentazione del Protocollo d'intesa tra Conai, Roma Capitale e Ama per il potenziamento della raccolta differenziata in città, Roma, 17 gennaio 2018
La sindaca di Roma Virginia Raggi durante la presentazione del Protocollo d'intesa tra Conai, Roma Capitale e Ama per il potenziamento della raccolta differenziata in città, Roma, 17 gennaio 2018 Foto: ANSA/ MAURIZIO BRAMBATTI ANSA

ROMA - Aveva visto anche l'intervento dell'Anac il discusso acquisto dell'abete di Natale diventato famoso in tutto il mondo col nomignolo di Spelacchio. Non solo il destino infelice fatto di una fine precoce a causa del trasporto e di una piantumazione sbagliata; sull'albero, infatti, era piombata l’ombra di una procedura di acquisto irregolare. Ora, però, sempre l’Anac ha espresso un parere positivo nei confronti dell’operato della Giunta di Roma Capitale. Lo ha fatto sapere il sindaco Virginia Raggi sulla sua pagina Facebook, ma – ad eccezione di qualche testata – la notizia è caduta nel vuoto.

L’apprezzamento di Cantone
Nel post, la Raggi ha pubblicato la documentazione inviata dall’Anac: «E’ l’ulteriore dimostrazione che al Comune di Roma il MoVimento 5 Stelle sta lavorando bene» ha commentato la prima cittadina. «L’apprezzamento espresso dal presidente Cantone, che parla dell’avvio di un «percorso virtuoso», è un riconoscimento al lavoro che la Giunta Raggi sta svolgendo per riorganizzare la macchina amministrativa, lacerata da Mafia Capitale. Contrariamente al passato, sono diminuite le procedure negoziate e questo vuol dire che tutti gli appalti vengono affidati con gare pubbliche. Le stesse azioni correttive intraprese sulle società partecipate vengono giudicate di ‘particolare rilievo’». Non solo Spelacchio, dunque: il Comune di Roma sembra aver intrapreso la strada giusta.

Anac e Comune: da Spelacchio agli elogi
Lontani i tempi in cui il Comune acquistò l’abete rosso allo stesso prezzo di due alberi comprati nel 2015 (LEGGI QUI). Inoltre, la ditta incaricata di trasporto, piantumazione e successiva rimozione a fine festività è risultata sempre la stessa, senza dunque la rotazione nell'incarico prevista invece dal Codice degli appalti per le procedure cosiddette 'sotto soglia', sotto cioè un determinato importo di partenza. Quello dell’albero di Natale sembra solo un imprevisto: «Legalità, trasparenza e lotta alla corruzione  - ha commentato la Raggi – sono punti fermi per la nostra Amministrazione. Dal momento in cui ci siamo insediati abbiamo iniziato un percorso per riorganizzare e regolamentare la macchina amministrativa di Roma Capitale reduce dai disastri di Mafia Capitale». In particolare, sull'aumento del numero di gare a evidenza pubblica, contrariamente al passato, e su un sensibile aumento della capacità di spesa (+87% per lavori, +51% per servizi e forniture nel 2017). Ma soprattutto le procedure negoziate sono scese in termini assolute dall'83% del 2014 al 76% del 2017 mentre per importo sono scese dal 71% del 2014 al 15% nel 2017. Tradotto, vuol dire che tutti gli appalti più importanti ormai si fanno con gare pubbliche e trasparenti: così come deve essere!

«Raggi meglio di Zingaretti»
L’apprezzamento di Anac, è stata l’occasione per una critica alla Regione Lazio: «In un anno e mezzo di governo, la Giunta Raggi ha fatto molto di più di quanto alla Regione Lazio, il PD di Zingaretti non sia riuscito a fare nel corso dell’intero mandato di cinque anni, mantenendo in piedi un sistema di appalti fatto di affidamenti diretti, deroghe e proroghe che vanno avanti da moltissimi anni» sono state le parole di Davide Barillari, consigliere regionale uscente e candidato per il M5S alla Regione Lazio. «Solo all’Ospedale Umberto I di Roma, per citare un esempio, ci sono contratti da decine di milioni di euro, che risalgono addirittura al 1991 e sui quali, tanti direttori generali nominati dall’attuale Governatore per «risanare i conti» non sono mai intervenuti se non con rinnovi non meglio precisati. La «regione pulita» promessa nel 2013 da Zingaretti – ha concluso Barillari – non l’abbiamo ancora vista».