19 marzo 2024
Aggiornato 03:30
Adr

Fiumicino, speculazione o sviluppo? Comune e Regione bloccano il raddoppio dell’aeroporto

Sull’operazione targata Benetton si addensano una serie di nubi, tra le voci dell’ampliamento dello scalo e i cittadini contrari

Lo scalo aeroportuale di Fiumicino
Lo scalo aeroportuale di Fiumicino Foto: ANSA

FIUMICINO – I territori bonificati dal Fascismo, potrebbero essere seppelliti da un’immensa colata di cemento. Almeno sono queste le intenzioni del gruppo Atlantia, controllata dalla famiglia Benetton tramite la holding Edizione, che detiene la maggioranza di Adr, Aeroporti di Roma, la società che gestisce gli scali aeroportuali di Fiumicino e Ciampino. Il raddoppio aeroportuale è stato sempre motivato con la prospettiva di crescita del traffico aeroportuale e come un’importante opportunità di sviluppo per il territorio. Non la pensano così alcune associazioni come il Comitato FuoriPista che da anni cercano di difendere ettari di verde dell’Agro romano che ricadono all’interno della Riserva Naturale Statale.

Call center Adr? In Romania
Per capire in che modo il raddoppio dell’aeroporto Leonardo da Vinci possa rappresentare un’occasione di sviluppo, basta telefonare al numero presente sul sito Adr.it. Dopo aver selezionato la lingua, il nastro automatico, oltre a specificare che la telefonata sarà registrata per motivi di sicurezza, annuncia che l’operatore risponderà dalla Romania. Com’è possibile che una società che fa del turismo in Italia e si vanta di creare occupazione, scelga di trasferire all’estero le attività di call-center? Evidentemente, formare del personale in Romania o appoggiarsi a società esterne (questo la ragazza che ha risposto al centralino non l’ha specificato) è molto più conveniente che assumere giovani (e meno giovani) in Italia.

I terreni agricoli di Maccarese
Guarda caso, tra questi terreni intorno all'aeroporto, c'è anche la tenuta agricola di Maccarese, acquistata nel 1998 dal gruppo Benetton. Negli anni, dunque, si è concretizzato sempre di più il sospetto di un conflitto di interessi del gruppo famoso in tutto il mondo soprattutto per l'abbigliamento: un eventuale ampliamento dell'aeroporto (di proprietà di Benetton) porterebbe all'esproprio dei terreni agricoli (tra cui la tenuta di Benetton) che avrebbero un valore ben maggiore rispetto ai terreni per uso abitativo. A pagare quest'operazione però saranno gli italiani grazie all'aumento delle tariffe aeroportuali sancite dall'ultimo atto del governo guidato da Mario Monti. La classica storia dei costi pubblici e dei ricavi (tanti) privati.

Comune e Regione contrari
Nell’incontro che si è svolto pochi giorni sul «Presente e il futuro del principale scalo italiano» sono arrivate delle posizioni chiare dal Comune di Fiumicino e dalla Regione Lazio. Il sindaco della città litorale, Esterino Montino, sottolineando l’importanza dello scalo per il centro-sud Italia e per l’interno Paese, ha sollevato le sue perplessità per la crisi Alitalia e per l’aumento indiscriminato del lavoro precario in aeroporto. Come Montino, anche l’Assessore alle Infrastrutture della Regione Lazio, Michele Civita, ha espresso il netto rifiuto a uno sviluppo aeroportuale al di fuori del sedime attuale, che consumerebbe 1300 ettari di pregiato agro romano tutti all’interno della Riserva Naturale Statale, in quanto non rispondente alle necessità dell’attuale traffico aereo e di quello previsto per i prossimi anni.

Il Comitato FuoriPista
Chi contrasta da anni l’ampliamento dell’aeroporto di Fiumicino, è il Comitato FuoriPista composto soprattutto da cittadini che vedono le proprie abitazioni minacciate dall’esproprio. A nome del Comitato, l’ing. Berra ha illustrato l’inutilità di un eventuale ampliamento dell’aeroporto Leonardo da Vinci: le gravi carenze che caratterizzano le attuali procedure, non consentono un utilizzo pieno e ottimale delle tre piste del «Leonardo da Vinci». Il numero corrente di piste, secondo il Comitato FuoriPista, sarebbe più che sufficienti per raddoppiare le capacità dell’aeroporto se venissero aggiornate nel rispetto degli standard internazionali, rendendo così vana la costruzione di nuove piste.