19 aprile 2024
Aggiornato 20:30
Centrodestra

Vittoria della Lega alla Camera: niente più sconti di pena per omicidi e stupri. Ma è scontro con Forza Italia

L'aula della Camera ha approvato, con 318 voti a favore, 33 contrari e 30 astenuti, la legge che riforma il rito abbreviato

Scontro alla Camera tra Forza Italia e Lega sulla legge che riforma il rito abbreviato
Scontro alla Camera tra Forza Italia e Lega sulla legge che riforma il rito abbreviato Foto: ANSA

ROMA - Niente più sconti di pena per stupratori e assassini. La Lega ce l'ha fatta. L'aula della Camera ha approvato, con 318 voti a favore, 33 contrari e 30 astenuti, la legge che riforma il rito abbreviato, eliminando la possibilità di accedere a sconti di pena per gli autori di determinati reati, come lo stupro e l'omicidio. Si tratta di una proposta di legge presentata proprio della Lega, che ha visto come primo firmatario (e relatore in aula) il deputato Nicola Molteni. Ma è stata sostenuta anche dal Pd, dal Movimento 5 stelle e da Fratelli d'Italia. Una legge di iniziativa parlamentare approvata da una maggioranza addirittura "tripartisan" (centrosinistra, centrodestra, 5 stelle), che rappresenta a tutti gli effetti una rarità se non un caso unico in questa Legislatura. Astenuti i deputati di Forza Italia, che su questa norma ha dato vita a un vero e proprio scontro frontale con il Carroccio. Il provvedimento, in terza lettura, dovrà tornare al Senato.

Salvini: Prima di parlare di alleanze pensiamo alla vita reale
«Nessuno sconto o premio ad assassini e criminali. Questa legge - ha dichiarato Molteni - ridà dignità alle vittime di reati efferati e a chi ha subito l'immenso dolore di un crimine violento senza vedere fatta giustizia». Chi dice che questa legge, presentata già nel 2013, è fatta per guadagnare «un pugno di voti è un infame perché tutti sanno che dopo l'ok della Camera del luglio 2015 il Senato ha pensato vergognosamente di affossarla». La certezza della pena e la dignità dei familiari e delle vittime di questi reati gravissimi non si svendono «per abbreviare e non ingolfare i processi». Per l'approvazione del provvedimento in giornata si è speso anche il segretario della Lega, Matteo Salvini, che, dopo l'incontro a Montecitorio con l'Osservatorio nazionale sostegno vittime, ha spiegato in una conferenza stampa che «prima di parlare di alleanze, di ministri, viceministri e fake news» vuole parlare della «vita reale» di persone che non hanno avuto giustizia.

Lo scontro in Aula tra Lega e Forza Italia
Quindi ha lasciato la parola alla presidente dell'Osservatorio, Elisabetta Aldrovandi, e ai familiari delle vittime che uno per uno raccontano le loro drammatiche storie. Ma il punto dolente, politicamente, è l'atteggiamento di Forza Italia: «Come si fa a parlare di ministri e viceministri o di alleanza se non c'è accordo sul cancellare lo sconto di pena?», si è chiesto Salvini. «Ministri, tavoli programmatici vengono dopo, se vengono. Se non si è d'accordo su questo non si è d'accordo su nulla. Non si può parlare di garantismo se c'è l'assassino con il coltello in mano». Prudente la risposta di Forza Italia in aula: Francesco Paolo Sisto, a nome degli azzurri, si è limitato a precisare che «l'astensione di Forza Italia non ha nulla a che vedere con lo spirito che anima la proposta» ma «riguarda la prudenza rispetto al rimedio proposto. Ci sono perplessità di carattere costituzionale e c'è il rischio che tecnicamente la soluzione non sia la più giusta per raggiungere l'obiettivo prefissato».

Se il buongiorno si vede dal mattino...
Lo scontro a destra non è passato inosservato e più di un esponente del Pd lo ha fatto notare, in aula e con dichiarazioni alla stampa. David Ermini, che ha svolto la dichiarazione di voto finale per i dem, ha parlato di riforma «dettata dal buon senso» e ha osservato che «lo scontro cui stiamo assistendo in aula tra Forza Italia e Lega è, perciò, assurdo: avviene su una riforma giusta ed equilibrata. Viene da dire: se il buongiorno si vede dal mattino...». Sì alla nuova norma anche dai 5 stelle, che con Vittorio Ferraresi in aula hanno spiegato che il rito abbreviato attuale «può comportare, per reati anche gravi come appunto degli omicidi, per i quali viene prevista la pena dell'ergastolo, uno sconto di pena di un terzo». Quindi, per esempio, per una condanna di trent'anni, addirittura dieci anni di sconto di pena. «Questo, ovviamente, agli occhi di tutti, dei cittadini, risulta alquanto ingiusto", ha concluso l'esponente pentastellato.