Eventi a Firenze, ecco cosa fare martedì 21 novembre
Il prodigio della musica internazionale, gli spettacoli a teatro il cinema. Ecco tutto quello che vi attende in città e che non dovete perdere per iniziare bene la vostra settimana
FIRENZE – Dalla grande musica internazionale, agli spettacoli a teatro, al cunema. Ecco qualche consiglio per non perdere gli appuntamenti migliori dell'inizio della settimana.
Musica live
Parte martedì 21 novembre dall’Obihall di Firenze il tour italiano di Ara Malikian, prodigio armeno-libanese del violino, divo dei territori ispanici di tutto il mondo, con il suo impetuoso sound sospeso tra virtuosismo classico e tutta la cultura etno-rock che scorre nelle sue vene. Già protagonista dell’ultimo Concerto del Primo Maggio a Roma e di selezionate apparizioni televisive, Ara Malikian è tra le novità più coinvolgenti e interessanti del panorama europeo. Con il suo nutrito ensemble di archi, unito a spunti della formazione tradizionale rock, il repertorio di Malikian travolge gli spettatori in una danza irresistibile in cui ogni ritmo folk, dalla tradizione medio-orientale al gipsy, dal flamenco al latino americano soprattutto in chiave cubana, fino alle più sofisticate citazioni classico-barocche e alle incursioni nel rock evergreen, si fonde in un sabba magico, avvolgente e trascinante. Impossibile resistere alla tentazione della danza, alla malinconia e al romanticismo in un crescendo emotivo controllato dal virtuosismo assoluto del suo primo interprete, il carismatico, extravagante, eclettico, apolide per destino e vocazione, cosmopolita, onnivoro Ara Malikian. Prevendite Box Office Toscana: www.boxofficetoscana.it, www.boxol.it, 055 210804, www.ticketone.it, 055.667566, 055.6504112.
Spettacolo
Al Teatro Puccini lo spettacolo «Caveman, l'uomo delle Caverne» Teo Teocoli dirige Maurizio Colombi nella nona replica della versione italiana del monologo più famoso al mondo dedicato al rapporto uomo-donna, frutto di tre anni di studi di antropologia e portato per la prima volta sul palco a New York nel 1995. È l’argomento che non passa mai di moda: l’eterno incontro/scontro tra uomo e donna, le manie, i difetti tra i lui e le lei, i differenti modi di pensare e agire. Un tema vecchio come il mondo. Per informazioni: www.teatropuccini.it.
A Teatro
Al Teatro La Pergola, Fabrizio Bentivoglio diretto da Michele Placido in uno spettacolo scritto da Stefano Massini. «L’ora di ricevimento» affronta con sguardo profondo e acuto le contraddizioni, i conflitti, le ingiustizie e le complessità dei nostri tempi. Il professor Ardeche non prova entusiasmo davanti a 26 alunni che lo osservano curiosi, piuttosto disincanto e cinismo. Non è una classe facile, infatti, la sua: proprio a lui, lucido polemista, appassionato di letteratura di pregio, di Rabelais e Voltaire, è toccata la scuola della banlieue di Les Izards, la più dura periferia multietnica di Tolosa. Attraverso l’ora di ricevimento del giovedì, in brevi colloqui con madri, padri, fratelli, sorelle, assistenti sociali e improbabili affidatari, si scoprono le vite, i volti dei giovanissimi allievi, le loro paure e desideri, i loro piccoli incidenti scolastici, il dramma dell’esclusione sociale, ancor più tangibile fuori da questo luogo, la scuola, che sembra essere l’unica trincea contro ogni forma di degrado. Una produzione Teatro Stabile dell’Umbria. Per informazioni: www.teatrodellapergola.com.
Cinema
Martedì 21 novembre (dalle 20.30) il Cinema Odeon Firenze presenta un tributo alla figura del grande sociologo polacco Zygmunt Bauman, recentemente scomparso, con due film: «Lawnswood Gardens: a portrait of Zygmunt Bauman» e a seguire «La teoria svedese dell'amore». Il primo film realizzato su uno dei più importanti e celebrati sociologi europei, padre del concetto di «modernità liquida», nasce durante quattro giorni della primavera 2010 passati da Bauman, nella sua casa a Leeds in Gran Bretagna, discutendo e confrontandosi con un collega professore di filosofia e un amico artista. I loro dialoghi affrontano in modo appassionante tanto le questioni più profonde quanto apparenti banalità, senza mai perdere l’approccio informale, ma sempre coinvolgente, preferito da Bauman. Il documentario esplora anche, attraverso analisi e testimonianze, i legami tra il suo fondamentale Modernità e Olocausto e Inverno nel mattino, memoriale del ghetto di Varsavia scritto dalla moglie Janina. «La teoria svedese dell'amore» di Erik Gandini, regista italo svedese, che parte dalla Svezia in un viaggio cinematografico che lo porta fino all’Etiopia. Il film nasce da una riflessione sul manifesto proposto dal parlamento svedese nel 1972, «La famiglia del futuro». Il concetto è che ogni relazione umana autentica si basa sull’indipendenza: una donna dal marito, gli adolescenti dai genitori, gli anziani dai figli. L’indipendenza però limita i contatti e le interazioni: così metà della popolazione vive sola, sempre più donne diventano madri single con l’inseminazione artificiale. Perché una vita sicura e protetta può rivelarsi tanto insoddisfacente? Una possibile risposta è affidata al noto sociologo polacco Zygmunt Bauman, che dimostra perché una vita priva di problemi non è necessariamente una vita felice.