29 marzo 2024
Aggiornato 15:00
Così la sindaca di Roma lasciando l'Aracoeli

Roma, Raggi: «Non temo le parole di Marra, né l'esposto della Raineri»

Dopo le allusioni di Raffaele Marra su un possibile ricatto, la sindaca di Roma Virginia Raggi ha detto ai giornalisti di non temere né le sue parole, né l'esposto della Raineri

ROMA - «Non temo né le parole di Marra né l'esposto della Raineri». Così la sindaca di Roma, Virginia Raggi, lasciando l'Aracoeli, rispondendo a chi le chiedeva se temesse più le dichiarazioni di Raffaele Marra su un possibile ricatto o l'esposto presentato dell'ex capo di Gabinetto, Carla Raineri.

Marra davanti al giudice
Proprio oggi, Raffaele Marra ha risposto all'interrogatorio davanti al giudice per le indagini preliminari: "L'aver detto di essere a disposizione è stato solo un fatto di cortesia verso una persona che conoscevo, nulla di più e nulla di meno", avrebbe dichiarato.Secondo quanto si è appreso domani il difensore di Marra, l'avvocato Francesco Scacchi, depositerà all'attenzione del gip documenti riguardanti i fondi serviti per l'acquisto dell'appartamento in via dei Prati Fiscali.

Scarpellini: nessuna contropartita
«Non c'è stata nessuna contropartita da Marra, io non ho niente da nascondere», sarebbe stata invece la risposta di Sergio Scarpellini davanti al gip nel corso dell'interrogatorio di garanzia. L'imprenditore ed immobiliarista, accusato di corruzione assieme all'ex braccio destro del sindaco di Roma, ha aggiunto che «Marra non era a conoscenza dei miei interessi a livello istituzionale e politico e non poteva, in ogni caso, intervenire in alcun modo». Nel corso dell'atto istruttori i difensori dell'immobiliarista hanno depositato i contratti dell'appartamento dell'Eur che Scarpellini ha venduto Marra. Sempre secondo quanto si è appreso nei contratti c'era il diritto dell'imprenditore a ricomprare la casa nell'eventualità che Marra vendendola non avesse ottenuto quanto chiedeva.

Raggi parla in assemblea, poi se ne va
Intanto, l'avvio dell'assemblea capitolina è stato più teso del solito, con uno scontro tra il capogruppo della Lista Marchini Alessandro Onorato e il presidente d'Aula M5S Marcello De Vito. Onorato ha chiesto che la sindaca Virginia Raggi rimanesse in Aula ad ascoltare gli interventi delle opposizioni alla sua relazione sul rimpasto. La sindaca, dopo il breve intervento, ha lasciato l'Aula per partecipare alla funzione di Natale nell'attigua chiesa dell'Aracoeli «lei non è il duce, è solo il presidente d'Aula. Canalizzi», ha esclamato Onorato reclamando la parola.

L'attacco
«Oggi abbiamo un assessore all'Ambiente di Genova, laureata in Filosofia. Poi un terzo assessore del Pd, pure brava persona. Poi un veneto, scelto dalla Casaleggio Associati, che viene a Roma due volte a settimana. Ci credo che la Raggi viene in aula per 9 minuti, di cui 3 dedicati al fax ricevuto dalla Casaleggio Associati. D'altronde grazie al contratto che avete firmato, non potete scegliere gli assessori che magari volevate. Questa non è più un'aula, ma un teatro. Perché Raggi ha difeso fino all'ultimo la Muraro? Con chi andrà ora a fare gli spazzatour?», ha aggiunto, richiamato dal presidente De Vito a «mantenere un linguaggio consono alle istituzioni».

Una pagina negativa
«Quella di oggi - ha rincarato Andrea De Priamo, di Fratelli d'Italia - è una pagina negativa. Assistiamo a un dibattito che perde di significato perché abbiamo un sindaco che sta battendo tutti i record di velocità nelle sue dichiarazioni e nelle conferenze stampa. Siamo di fronte a una crisi politica e giudiziaria del Campidoglio. Una crisi che risolvete con dei piccoli ritocchi».

La sindaca che lascia l'aula? Interpretazione sbagliata del regolamento
La capogruppo del Pd, Michela Di Biase, è intervenuta a suggello: «Peccato che oggi si sia deciso di interpretare il regolamento nel modo più sbagliato possibile consentendo che il sindaco lasciasse l'aula senza ascoltare. Ci saremmo aspettati che il sindaco avesse piacere ed interesse ad ascoltare quello che avevamo da dire».