14 ottobre 2025
Aggiornato 11:00
dopo i calci alla porta della sua stanza

Roma, al liceo Virgilio "caffé-mob" di solidarietà alla preside che ha subito episodi di violenza

Molti docenti e genitori hanno mostrato la loro solidarietà alla preside dell'istituto scolastico, Irene Baldriga. Ecco perché e cosa sta succedendo da settimane nel celebre liceo capitolino

Un arresto per spaccio di droga al liceo Virgilio.
Un arresto per spaccio di droga al liceo Virgilio. Foto: Shutterstock

ROMA - Il "caffé mob" o chiamato anche "tazza day" si è svolto ieri mattina alle otto e mezzo in punto, al suono della prima campanella  del liceo Virgilio. Molti docenti e genitori hanno mostrato la loro solidarietà alla preside dell'istituto scolastico, Irene Baldriga. Ecco perché e cosa sta succedendo da settimane nel celebre liceo capitolino.  

La lettera dei presidi d'Italia
«Cara Irene, la tazza che ti offriamo è colma del nostro affetto, della nostra stima e della nostra solidarietà», si legge nella lettera scritta dal preside dell'Associazione nazionale presidi ed ex dirigente del Newton di via Manzoni a Roma. Ieri una trentina di presidi e un gruppo di genitori si sono dati appuntamento a un bar vicino via Giulia, dove si trova il liceo Virgilio, per «la colazione della solidarietà»: il caffé-mob organizzato per rispondere alle violenze fisiche e verbali di cui è stata vittima nei giorni scorsi Irene Baldriga e per sostenere la preside nella sua battaglia all'interno dell'istituto scolastico.

I precedenti negativi nello storico liceo
Il famoso liceo capitolino si è reso infatti protagonista della cronaca dei giorni scorsi per l'assedio della dirigente scolastica da parte un gruppo di studenti, che hanno preso a calci e pugni la porta della sua stanza e l'hanno insultata con cori e grida deprecabili. Il grave episodio di violenza ai danni della preside è seguito a un'altra vicenda che aveva fatto finire l'istituto scolastico in prima pagina solo alcune settimane fa. Il 22 marzo scorso infatti, Luca Giordano, ormai ex studente del liceo classico Virgilio, veniva bloccato e arrestato dai carabinieri mentre stava vendendo hashish ad un compagno dello storico istituto di via Giulia.

Lo spacciatore era recidivo
Dopo il fermo del giovane, i giudici della II sezione penale, dopo una breve camera di consiglio, hanno ritenuto corretti gli atti svolti dai militari e disposto la misura cautelare per il ragazzo che è stato poi condannato agli arresti domiciliari. Lo studente in questione era infatti recidivo: nel 2013 era già stato trovato in possesso di mezzo chilo di hashish ed era stato "messo alla prova" dal tribunale dei minori, si trovava perciò "sotto osservazione». Dopo l'ennesimo reato, quindi, i giudici hanno deciso per sua la condanna.

La solidarietà di Giorgia Meloni
Dopo l'arresto del ragazzo l'atmosfera nell'istituto scolastico si è fatta sempre più tesa, con la popolazione studentesca spaccata in due: da un lato quelli che difendono la preside e il suo operato, dall'altro chi l'accusa di aver instaurato "un clima di terrore" per combattere lo spaccio di droga. Da lì alla violenza fisica e verbale contro la preside il passo è stato breve. Ieri, quindi, il flash mob in risposta all'attacco deprecabile di alcuni degli studenti del liceo. Anche una parte del mondo politico ha espresso solidarietà alla direttrice scolastica: sul suo profilo facebook la candidata sindaco Giorgia Meloni ha postato questo messaggio: «Combattere la pseudocultura della droga è un dovere per tutti non solo per i docenti. Giovani figli di papà spacciavano e sono stati arrestati. Alcuni genitori invece di ringraziare hanno partecipato insieme a studenti e teppisti facinorosi al tentativo di linciaggio del dirigenti scolastico. Nel centro di Roma non possono esistere zone franche di spaccio».