26 aprile 2024
Aggiornato 21:30
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Papa: «Se potessi fare un miracolo salverei tutti i bambini»

«L'amore prima del mondo» è il libro scritto dal Santo Padre in cui Francesco risponde alle domande dei bambini di tutto il mondo

ROMA - «Ballate come facevo io, mette allegria». E ancora: «Se potessi fare un miracolo guarirei tutti i bambini». Sono alcune delle risposte di papa Francesco alle lettere ai più piccoli raccolte nel libro«L'amore prima del mondo» di Bergoglio, da domani in libreria (Rizzoli).

La sofferenza dei bambini
«Io guarirei i bambini», dice il Papa in un'anticipazione del Corriere della Sera. «Non sono riuscito ancora a capire perché i bambini soffrano. Per me è un mistero. Non so dare una spiegazione. Mi interrogo su questo. Prego su questa domanda: perché i bambini soffrono? E' il mio cuore che si pone la domanda. Gesù ha pianto e piangendo ha capito i nostri drammi. Io cerco di capire. Se potessi fare un miracolo, guarirei tutti i bambini. La mia risposta al dolore dei bambini è il silenzio oppure una parola che nasce dalle mie lacrime. Non ho paura di piangere. Non devi averla nenache tu». Da bambino, afferma Bergoglio in risposta a chi gli chiede se da piccolo gli piacesse ballare, «mi piaceva stare insieme con altri bambini, giocare, fare la ronda, ma anche ballare le nostre danze tipiche dell'Argentina. Poi da ragazzo mi piaceva ballare il tango. Mi piace tanto il tango. Vedi, ballare è esprimere la gioia, l'allegria. Quando uno è triste non può ballare». Francesco critica la persona «malata di serietà» e aggiunge:«Ballate, voi che siete bambini, così non sarete troppo seri quando sarete grandi!».

Il colloquio con i piccoli
A un bambino che domanda se la sua mamma, morta, sia in cielo con le ali d'angelo, il Papa risponde decisamente no: «Tua mamma sta in cielo bella, splendida, piena di luce. Non le sono cresciute le ali. E' proprio la tua mamma che tu conosci, ma più bella che mai. E lei ti guarda e sorride a te che sei suo figlio». Un bambino cinese chiede al Papa se gli piace il calcio: «Mi piace molto. Io non ho mai giocato partite serie perché non ho mai imparato bene la tecnica del gioco. Il mio piede non è agile. Ma mi piace tanto vedere giocare le squadre sul campo. Sai perché Perché vedo che è un gioco di squadra, di solidarietà». Un bambino italiano chiede al Papa se è mai stato chierichetto, e Francesco racconta la sua esperienza da bambino, spiegando che alla sua epoca la messa era ben diversa: «La messa non era in italiano», bensì in latino.«Il prete parlava ma io non capivo niente. E così anche i miei compagni. Allora poi per gioco imitavamo il prete storpiando un po' le parole per farne strane frasi in spagnolo. Ci divertivamo. E ci piaceva tanto servire la messa». Le domande dei bambini sono state raccolte da bambini di varie istituzioni rette dai gesuiti in tutto il mondo e le risposte del Papa sono state raccolte da padre Antonio Spadaro, direttore della«Civiltà cattolica». 

Dio è amore
«Una volta, un bambino mi ha chiesto - voi sapete che i bambini chiedono cose difficili - mi ha chiesto: 'Padre, che cosa faceva Dio prima di creare il mondo?'. Vi assicuro che ho fatto fatica a rispondere. E gli ho detto quello che dico adesso a voi: prima di creare il mondo Dio amava, perché Dio è amore». Papa Francesco spiega così, in un comunicato della Rizzoli, il senso del libro «L'amore prima del mondo», da domani in libreria, volume nel quale il Papa risponde a trentuno domande di altrettanti bambini di tutto il mondo.

Le sfide di Bergoglio
Sono molti, spiega Rizzoli, gli spunti e le suggestioni offerti da queste trentuno lettere a cui il Santo Padre risponde ricordando la vita di Gesù così come regalando ai lettori dettagli inediti di sé, ricordi della sua infanzia ed episodi del suo cammino spirituale che ci confermano la grande umanità del Santo Padre. C'è Natasha, per esempio, che dal Kenya chiede al Papa come ha fatto Gesù a camminare sull'acqua. «Ha camminato come cammini tu, cioè come se l'acqua fosse terra, un piede dopo l'altro», le risponde Bergoglio: «Dio non affonda, sai?». Ci sono anche domande che sembrano fatte da un adulto, come quella di Tom, 8 anni, che dal Regno Unito chiede al Papa «qual è stata la tua scelta più difficile nella tua missione di fede?». Il Pontefice ammette che«le scelte difficili sono tante, ma se devo dirti il tipo di scelta per me più difficile, ecco devo dire che è mandar via qualcuno o da un compito di responsabilità o da una posizione di fiducia o da un cammino che sta facendo perché inadatto». 

Il diavolo è un drago
Alle domande più ingenue dei più piccoli sul diavolo e sugli angeli custodi il Papa risponde ricordando l'importanza della liturgia della preghiera oppure evocando l'immaginario fantastico dei più piccoli. Alejandra dal Perù, per esempio, chiede «perché Dio, se ci ama così tanto, non ha sconfitto il diavolo» e allora Francesco risponde che «Dio ha sconfitto il diavolo e lo ha fatto sulla croce. Sai come sono i draghi? Al diavolo accade come ai draghi grandi e spaventosi che vengono sconfitti e uccisi: loro hanno una coda lunga lunga, e anche se sono stati colpiti e uccisi continuano ad agitarla pure da morti».

L'importanza della solidarietà
Michael, dalla Nigeria, per esempio chiede al Papa: «Come puoi risolvere i conflitti nel mondo?», e Francesco risponde: «Bisogna aiutare le persone di buona volontà a parlar male della guerra. Io non posso risolvere i conflitti del mondo, ma tu e io possiamo provare a fare di questa terra un mondo migliore. Bisogna convincere tutti che il modo migliore di vincere una guerra è non farla. Non è facile, lo so. Ma io ci provo. Provaci anche tu». Maximus, da Singapore, vorrebbe infine capire «perché Dio ci ha creato anche se sapeva che avremmo peccato contro di Lui». E Papa Francesco risponde: «Perché Dio ci ha creati come Lui. Liberi. Ed essere liberi comporta la possibilità di peccare. Ma quanta gente ha paura della libertà! La libertà può far paura perché non è programmabile. E proprio per questo la libertà è bella ed è il dono più grande».

Perché un libro sui bambini
L'idea del libro, si legge nella nota, nasce quando padre Antonio Spadaro, direttore della Civiltà cattolica, ad agosto del 2015 arriva a Casa Santa Marta, per consegnare a Papa Francesco domande e disegni dei bambini di tutto il mondo. «Il motivo per cui sono lì da lui stavolta - spiega in introduzione il gesuita che ha realizzato una storica intervista a Francesco per il quindicinale dei gesuiti a inizio del pontificato - è quello di parlare a nome di tanti bambini che da varie parti del mondo gli hanno posto domande e inviato disegni. Gli consegno domande e disegni. Lui è incuriosito, le sfoglia, le legge e poi mi dice: 'Ma sono difficili queste domande!'. Già. Le domande dei bambini sono senza filtri, senza fronzoli, senza vie di fuga. Sono domande nette, brusche, chiare. Non ci si può rifugiare nella penombra dei concetti troppo astratti o nei ragionamenti cavillosi. Il linguaggio di Francesco è semplice e vive di parole semplici. Anche la presenza fisica del Papa ha il gusto della semplicità. Si sforza di immaginarli. E questo gusto hanno anche le cose più profonde che dice, come in queste risposte ai bambini. Ne sono certo: faranno bene a tutti, e specialmente proprio a coloro che si rifiutano di diventare semplici come bambini».

(con fonte Askanews)