19 aprile 2024
Aggiornato 13:00
I pentastellati calano l'asso?

Di Battista, la rete lo vuole sindaco di Roma. E lui?

Su un blog vicino al Movimento 5 stelle compare un sondaggio chiarissimo: sarebbe lui il candidato perfetto. Il diretto interessato continua a smentire, ma fonti vicine a Casaleggio giurano che il cofondatore ci starebbe pensando

ROMA – Il tam tam in rete fra attivisti e simpatizzanti è in corso da tempo, ma l'ipotesi di una candidatura di Alessandro Di Battista nella corsa per la poltrona di sindaco di Roma è sempre stata esclusa da tutte le fonti ufficiali del Movimento 5 stelle. Finora, quindi, è stata sempre solo una speculazione giornalistica, alla quale lo stesso deputato romano ha replicato seccamente per l'ennesima volta il 9 febbraio: «Vogliono che mi candidi per poi dire che siamo come tutti gli altri. Io farò il parlamentare fino all'ultimo giorno». La partita, in realtà, è ancora aperta e una piccola spia di quello che si agita dietro le quinte è il sondaggio proprio sulla candidatura di Di Battista per il Campidoglio, lanciato da un blog «di area», una voce non ufficiale del M5S: direttainfo. La copertina della pagina web riporta una foto di Beppe Grillo con una citazione che parla di «poteri marci», i titoli più frequenti sono tipici della galassia di propaganda che fa riferimento al movimento e al sistema della comunicazione organizzato da Gianroberto Casaleggio.

Plebiscito online
«Tutta questa agitazione finirà, per fortuna fra qualche giorno avremo il candidato sindaco», garantisce una fonte M5S romana rigorosamente anonima, che spiega che «stiamo inseguendo gli ultimi candidati ritardatari che non sono riusciti a completare i profili on line in vista delle comunarie». In settimana dovrebbe esserci quindi la prima votazione, entro i primi giorni della successiva, al più tardi, il secondo turno fra i dieci più votati. A Roma i 5 stelle conservano una certa prudenza: «Non bisogna dare nulla per scontato, quando si arriva al dunque – dice ancora la fonte anonima – si vedranno le batterie pesanti, i controllori di voti, le cooperative e i costruttori edili». E comunque «Di Battista non si candida, lui non ci pensa nemmeno», aggiunge. Il risultato del minisondaggio ufficioso on line è abbastanza chiaro: fra i lettori del blog il sì, alle 13 di sabato, prevale con il 63,5 per cento grazie a 1.555 voti contro gli 894, pari al 36,5% di contrari. Ma la consultazione risulta ancora aperta.

I timori nascono da Milano
Resta da capire quanto è vicina la fonte di questo sondaggio alla galassia Casaleggio, che veicola i contenuti della comunicazione stellata e raccoglie condivisioni sui social network e click sui siti. Una fonte parlamentare M5S che con il centro di comando di Milano ha una certa frequentazione ammette che «c'è una certa preoccupazione in vista delle elezioni comunali soprattutto in relazione alla situazione milanese, dove la candidata Patrizia Bedori è considerata una catastrofe: pare valga meno del 10 per cento dei voti, ma toglierla di mezzo rispettando le regole interne al Movimento è difficile, e comunque non sarebbe indolore». Ecco perché nel M5 la preoccupazione per il risultato di Roma è direttamente proporzionale ai crescenti timori di un tonfo nel capoluogo lombardo. «E mentre prima Casaleggio era duro e ripeteva sempre che 'sulle regole non esistono deroghe', adesso ha perso un po' di certezze e ci sta pensando su da tempo».

Condannato a vincere
Anche a Milano si dice però che sia proprio Di Battista a fare resistenza «perché uscirebbe dal giro nazionale ma soprattutto perché uno con 900 mila follower su Facebook non è che può vincere: deve vincere. E se non vincesse, o non facesse il miracolo che un caso disperato come l'amministrazione capitolina richiede, sarebbe bruciato per sempre». Resiste anche Luigi Di Maio, l'altro potente componente del direttorio nazionale del M5S, perché se scende in campo Di Battista a Roma è difficile spiegare perché il movimento non candida lui a Napoli, dove le divisioni interne stanno rendendo accidentato il percorso in vista delle amministrative. E Di Maio, che finora tutti vedono come il naturale candidato premier del M5S, «è quello che ha da perdere più di tutti», spiega la stessa fonte.

(Fonte: Askanews)