Piazza Navona, altolà di Tronca alla lobby dei Tredicine: «Avvieremo accertamenti»
Qualcosa non quadra nella ricostituzione dello storico mercatino di Natale di Piazza Navona: il bando è diverso ma in piazza ci sono i soliti noti. Perché?
ROMA – «Avvieremo immediati accertamenti». Così il commissario straordinario Francesco Paolo Tronca sul mercato d Natale di Piazza Navona. Tronca vuole capire cosa si cela dietro il bando-beffa del mercato dell'Epifania di piazza Navona: 48 posti la metà dei quali finiti in mano alla famiglia Tredicine per dieci anni. Torna lo storico mercato natalizio di Piazza Navona, con nuovo stile e vecchi nomi. Il mercato riapre i battenti dopo lo stop dell'anno scorso, quando gli operatori hanno protestato per il nuovo bando presentato, rifiutando quindi di comparire in piazza. Banchi dimezzati, niente porchetta e strutture non più in lamiera ma in ferro o legno.
I Tredicine sempre in piazza
Quello che però resta uguale agli anni passati è il nome della famiglia che nel tempo si è imposta come titolare della quasi totalità di camion bar e caldarrostari del centro storico capitolino: Tredicine Alfiero, Tredicine Elio, Tredicine Dino, Tania Donatella. Per quanto concerne i punteggi che avrebbero dovuto premiare la qualità dei prodotti venduti, con un occhio di riguardo al biologico, al locale e al riciclato – previste dal bando come novità importante – restano piuttosto bassi per il settore dei dolciumi, l'unico concesso dal bando.
Qualcosa non quadra
Al primo posto nella classifica troviamo Alfiero Tredicine, con 20 punti. Considerando che 10 di questi scaturiscono dalla anzianità e 10 per la presenza in piazza, risulta evidente come per la qualità dei prodotti venduti non ci sia nemmeno un punto. Viene così a galla qualche problema. Solo a settembre Sabrina Alfonsi, minisindaco, aveva annunciato: «Abbiamo la festa della Befana così come l’avevamo sempre immaginata», diceva, per poi ricredersi, affermando invece che «I punteggi sulla base del disciplinare integrativo per la certificazione della qualità della merce non sembrano essere stati assegnati».
Insoddisfazione generale
Forse il manuale è stato male interpretato, intanto resta l'insoddisfazione e si spera in un intervento del commissario Tronca. Per l'assessore al commercio, Jacopo Emiliano Pescetelli, «Il fatto che i punti qualità non siano stati applicati, ha ovviamente aumentato in modo preponderante il peso del requisito dell’anzianità di partecipazione alla Fiera», e questo lo rende insoddisfatto come la Alfonsi. Anche i cittadini si dicono indignati per la situazione: «I nostri dubbi iniziali sono stati confermati, avevamo detto che la gara avrebbe portato la sopravvivenza ai soliti noti fino al 2024 – afferma Viviana Di Capua, dell’Associazione abitanti centro storico, che spera nell'intervento del commissario Tronca - «Rivedano al più presto questa situazione, è un bando decennale, non possiamo riconsegnare agli stessi la piazza per dieci anni».
Lista Marchini: E i Tredicine ridono!
Su Facebook Alessandro Giachetti, coordinatore della Lista Marchini per la City romana, scrive: «Chissà quante risate si stanno facendo i Tredicine. I nostri amministratori municipali - prosegue - ci hanno messo due anni, ma alla fine ce l'hanno fatta, ora è ufficiale, grazie all'opera del presidente Alfonsi e della sua giunta, a Piazza Navona i banchi di Tredicine ce li terremo per i prossimi 10 anni! Alla faccia della discontinuità, ecco l'ennesimo esempio del consociativismo tra i partiti, che di giorno fanno finta di litigare e di notte si spartiscono la città. Avremo meno banchi, forse più belli, ma sempre di Tredicine e con la solita merce di dubbia qualità, che senza alcun controllo sarà venduta ai nostri bambini. Con la riduzione delle postazioni da 115 a 48, temiamo purtroppo a sparire saranno gli artigiani veri. A chi ancora ha voglia di sostenere che Marino è stato cacciato proprio perché contrastava tale illegalità, rispondiamo che il bando, redatto dall'amministrazione era stato pubblicato il 30 settembre, quando Marino era ancora al suo posto. Vergogna».