29 marzo 2024
Aggiornato 09:30
Il prete che s'innamorò della prostituta

Sacerdoti e celibato, la storia di Federico

Quello del sacerdozio e del celibato è un tema particolarmente delicato affrontato questa mattina su Radio Cusano Campus, l'emittente dell'Università degli Studi Niccolò Cusano, durante ECG Regione, programma condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio. Le confessioni shock di un ex sacerdote.

ROMA - Quello del sacerdozio e del celibato è un tema particolarmente delicato affrontato questa mattina su Radio Cusano Campus, l'emittente dell'Università degli Studi Niccolò Cusano, durante ECG Regione, programma condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio. Nel corso del format è intervenuto Federico, un ex sacerdote che dopo otto anni di sacerdozio, mentre cercava di contrastare la tratta della prostituzione, ha incontrato  una prostituta nigeriana, se ne è innamorato e, dopo essersi spretato, ci si è sposato (civilmente) e ci ha fatto tre figli.

Federico racconta
Federico esordisce così: «In seminario non avevamo contatti con la donna. La donna era una figura astratta, che noi non conoscevamo. Quando ho finito il seminario ed ho iniziato a fare il prete, invece, ho cominciato ad avere contatti con realtà concrete, difficili da immaginare. In seminario mi hanno insegnato a parlare di anima, quando mi sono trovato a fare il parroco invece ho dovuto fronteggiare problematiche concrete, in un quartiere difficile. E' cambiato tutto. Il fatto che mancasse ogni tipo di contatto con figure femminili, portava diversi miei compagni a cercare affetto tra di loro.  In alcuni casi si trattava semplicemente di amicizie un po' più intime, anche se ho visto direttamente che in alcuni casi tra seminaristi nascevano veri e propri rapporti, che ovviamente ufficialmente rimanevano segreti, non esistevano».

L'incontro con la futura moglie
Il racconto dell'ex sacerdote prosegue: «Io mi impegnavo nella lotta alla tratta delle donne che finivano loro malgrado nelle maglie della prostituzione. Avevo messo in piedi un'organizzazione che ha salvato in pochi mesi decine di ragazze. Poi ho incontrato Maria (nome di fantasia). All'inizio tra di noi è nata una profonda amicizia. Eravamo diventati l'uno per l'altra dei punti di riferimento imprescindibili. La sua storia mi ha colpito particolarmente: era stata venduta dai suoi genitori in Africa ad una banda di trafficanti che poi l'avevano rivenduta a loro volta. Finita sulla strada dopo una serie di violenze inenarrabili. Della sua fragilità, giorno dopo ho giorno, ho iniziato ad innamorarmi. Di un amore puro, vero. Di un amore di cui andavo fiero e al tempo stesso mi vergognavo, perché contrastava con il giuramento che avevo fatto nei confronti della Chiesa»

Un periodo difficile
«Parlai della situazione con un mio superiore, che sembrò comprensivo ma che mi diede un consiglio che mai sarei riuscito a mettere in pratica. Mi disse che Maria era stata una prova inviatami dal Signore. Che avrei potuto superare questa prova con la preghiera. Allontanandola dalla mia vita. A quel punto ho reagito. Mi sono detto che nell'innamorarsi, come era capitato a me, non c'era nulla di male. Io amavo e amavo Maria. Io ho salvato lei dall'inferno della strada e della prostituzione. Ma lei ha salvato me da una vita che altrimenti sarebbe stata vuota. Quando ho deciso di spretarmi sono stato lasciato completamente solo, dalla Chiesa e anche dai miei familiari, che all'inizio non capivano. Ho sposato Maria con rito civile. Da lei ho avuto tre figli che ora sono tutta la mia vita. Non mi sono mai pentito di questa scelta. E se posso essere sincero, non mi sento neanche in colpa. Anzi, il Dio in cui credo penso che possa essere fiero di me. Negli occhi dei miei tre figli c'è il senso di tutta la mia esistenza. E nel mio piccolo, continuo a fare il sacerdote. Perché per me sacerdote è chi aiuta il prossimo, chi si batte per i più deboli. Ora lavoro in fabbrica e faccio molto volontariato. Evidentemente doveva andare così», conclude Federico.