Salvini: «Bisogna far fuori i terroristi islamici, con le buone o con le cattive»
Il leader del Carroccio propone di togliere subito le sanzioni alla Siria, e di bombardare lo stato islamico
ROMA (askanews) - «Bisogna togliere subito le sanzioni alla Siria, che sta combattendo contro l'Isis. I terroristi islamici vanno fatti fuori con le buone o con le cattive, meglio se con le cattive», ha detto il segretario della Lega Matteo Salvini, intervenendo a "Quinta colonna" su Rete4.
Maroni: Rischiamo un altro Vietnam
Ma combattere l'Isis non è cosa da poco. "Vista l'esperienza di quanto fatto in Libia nel 2011, penso che non funzionerà. Andando a bombardare, si rischia un nuovo Vietnam, io starei ben attento", ha dichiarato il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, conversando con i giornalisti a margine del Consiglio regionale lombardo circa un possibile intervento militare aereo in Siria contro l'Isis da parte di Francia e Gran Bretagna. «Comunque sia - ha concluso Maroni - bisogna coinvolgere le Nazioni unite, già Sarkozy aveva deciso di bombardare la Libia e il risultato è stato la nascita dell'Isis. Mi guarderei bene dal farlo senza coinvolgere l'Onu, perché sarebbe un gravissimo errore».
Bisogna fermare le partenze dei migranti
Il terrorismo islamico è la ragione per cui molti profughi scappano dalla loro terra per cercare la sopravvivenza in Europa. «E' chiaro che, finché non si fermeranno i flussi, continueranno ad arrivare qui nuovi immigrati. Ne ho parlato con Renzi anche sabato a Cernobbio e gli ho detto che bisogna fermare le partenze. Si può fare, basta coinvolgere le Nazioni Unite, fare i campi profughi in Africa": il presidente della Regione Lombardia è tornato sulla questione incontrando i giornalisti, questa mattina, al termine della conferenza stampa di presentazione del 2015 CEV Beach Volleyball European Championship Milan Masters, ultima tappa del circuito continentale di beach volley, che si terrà a Milano, in piazza Città di Lombardia, dal 18 al 20 settembre. «Si possono fare in Egitto, in Tunisia, ma anche in Libia. E fermare così le partenze, perché non fare nulla e farli continuare ad arrivare significa aumentare le tensioni. Qui non arrivano profughi, perché i siriani passano dalla Turchia, e, tra quelli che arrivano in Italia, i profughi non sono più del 10 per cento».
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