Papa: tutti possono sbagliare, non condannare mai, aiutare sempre a alzarsi
Papa Francesco critica l'idea del carcere per i giovani, nel corso dell'udienza concessa a 7mila bambini della «Fabbrica della pace». Un ragazzo detenuto al carcere di Casal del Marmo ha inviato al Papa questa domanda: «La risposta ai ragazzi come me spesso è il carcere, lei è d'accrdo?». «No», serve «l'aiuto a rialzarsi, a reinserirsi con l'educazione, con l'amore».
CITTA' DEL VATICANO (askanews) - Papa Francesco critica l'idea del carcere per i giovani, nel corso dell'udienza concessa a 7mila bambini della «Fabbrica della pace». Un ragazzo detenuto al carcere di Casal del Marmo ha inviato al Papa questa domanda: «La risposta ai ragazzi come me spesso è il carcere, lei è d'accrdo?». «No - è la risposta data dal Papa che ha deciso di parlare a braccio anziché leggere il discorso che aveva preparato - non sono d'accordo. Ripeto quello che ho detto»: serve «l'aiuto a rialzarsi, a reinserirsi con l'educazione, con l'amore, con la vicinanza, ma andare alla soluzione delle carceri è la cosa più comoda per dimenticare quelli che soffrono. Vi do un consiglio», ha proseguito il Papa rivolto ai bambini: «Quando a voi dicono che quello è in carcere, ditevi voi stessi: anche io posso fare gli stessi sbagli che ha fatto lui».
Dio perdona tutto
«Tutti possiamo fare gli sbagli più brutti, non condannare mai, aiutare sempre a alzarsi e a reinserirsi nella società». In risposta alla domanda di una bambina con il papà nel carcere, che domandava se «c'è una possibilità di perdono per chi ha fatto cose brutte», il Papa ha risposto: «Sentite bene questo: Dio perdona tutto. Siamo noi a non sapere perdonare. Siamo noi a non trovare strade di perdono, tante volte per incapacità o perché è più facile riempire le carceri che aiutare andare avanti a chi ha sbagliato nella vita. La strada pi facile è andare in carcere non c'è il perdono».
L'importanza del perdono
«E il perdono cosa significa? Sei caduto, alzati, io ti aiuterò a alzarti a reinserirti nella società. Sempre c'è il perdono, e noi dobbiamo imparare a perdonare, aiutando a reinserirsi chi ha sbagliato. C'è una bella canzone che cantano gli alpini: nell'arte di salire, la vittoria non c'è nel non cadere, ma nel non rimanere caduto. Tutti cadiamo, tutti sbagliamo ma la nostra vittoria su noi stessi e sugli altri, non rimanere caduti e aiutare gli altri a non rimanere caduti. Questo è un lavoro molto difficile, è più facile scartare dalla società una persona che ha avuto uno scarto brutto, e condannarlo a morte chiudendolo all'ergastolo. Il lavoro deve essere sempre reinserire, non rimanere caduti».