18 agosto 2025
Aggiornato 21:30
Il deputato di FdI: sprechiamo fondi per fare da taxi ai clandestini

Cirielli: Contro il terrorismo, il governo investa nelle forze dell'ordine

Alla Camera al via l'esame del decreto legge antiterrorismo. Edmondo Cirielli, deputato di Fratelli d'Italia, esprime forte dissenso per la mossa del governo, che non sembra impegnarsi abbastanza nel contrasto al terrorismo di matrice islamica che minaccia l'Occidente. L'Italia si preoccupa di utilizzare le navi della Marina Militare per fare da «taxi ai clandestini», secondo Cirielli.

ROMA - «Per contrastare il terrorismo internazionale, questo governo non intende assumere le migliaia di precari che potrebbero essere assunti a costo zero. Non spende nulla per la professionalizzazione antiterroristica della polizia». Edmondo Cirielli, deputato di Fratelli d'Italia, ha preso la parola alla Camera in occasione dell'esame sul decreto contrasto al terrorismo e missioni internazionali.

FONDI SPESI MALE - L'onorevole Cirielli mette in evidenza la scarsa propensione del governo nella messa in sicurezza del Paese. In modo particolare, Cirielli sottolinea come siano veicolati male i fondi destinati alla sicurezza e all'antiterrorismo. «Noi abbiamo presentato una serie di emendamenti e non si capisce perché in Commissione sono stati dichiarati inammissibili, quando all'interno di questo decreto c'è tutto il contrario di tutto, comprese norme che riguardano il personale, l'organizzazione delle forze di polizia e quindi anche gli emendamenti del gruppo di Fratelli d'Italia, che riguardano le forze di polizia, lo scorrimento delle graduatorie degli idonei, visto che si parla di 150 carabinieri in più assunti (questo è lo sforzo del governo per contrastare il terrorismo internazionale). Si potrebbe fare uno sforzo complessivo». Quando si procede a riforme e provvedimenti per rispondere ad una emergenza immediata bisogna che si investano risorse, secondo Cirielli. Non basta, infatti, portare avanti un discorso mediatico come continua a fare il presidente del Consiglio, Matteo Renzi. «Se noi, però, sprechiamo i fondi per sostituirci ai barconi e agli scafisti della morte, e utilizziamo le navi della Marina Militare per fare da taxi degli immigrati clandestini, poi non abbiamo i soldi per formare i nostri poliziotti, né i soldi per assumere i poliziotti che hanno superato i concorsi e sono in grado di dare una mano alla nostra sicurezza», afferma il deputato di Fratelli d'Italia.

ANTIMAFIA E ANTITERRORISMO - Quello che denuncia l'onorevole Cirelli, inoltre, è l'accorpamento delle mansioni in una sola persona, ovvero le responsabilità dell'antiterrorismo si sommano a quelle dell'antimafia: «Nessuno ha messo in evidenza che l'unificazione in una sola persona di poteri della procura antimafia con i poteri straordinari e di emergenza che sono dati per questa specifica vicenda terroristica è un errore. Anche dal punto di vista dell'efficienza. Noi auspichiamo che il governo riveda questa posizione e si creino due coordinamenti: uno preposto alla lotta all'antimafia, uno alla lotta al terrorismo. Sono due cose diverse e che mettono in gioco anche valori diversi». Un cenno positivo va alla azione del governo nell'implementare le forze armate nell'operazione Strade sicure. Se inizialmente, infatti, il Partito democratico si era detto fortemente contrario a questa soluzione, ora il governo ha deciso di dar ragione alle richieste avanzate da Fratelli d'Italia: «Avevamo ragione noi. Le forze armate, oggi, proprio per il loro lavoro oggi nei Balcani, in Iraq, nella lotta al terrorismo internazionale, alla stabilizzazione delle situazioni locali, la capacità di mescolare la possibilità di essere impiegati sia di essere impiegati sia come truppe combattenti che come forze di polizia, ha fatto sì che oggi abbiamo delle forze armate dotate di una grandissima preparazione e capaci di essere assolutamente impiegati per funzioni di ordine e sicurezza pubblica, oltre che di sicurezza giudiziaria sul territorio nazionale», spiega l'onorevole Cirielli.

IL PROBLEMA DELLE MISSIONI INTERNAZIONALI - Dopo aver trattato in modo approfondito la questione del contrasto al terrorismo, il deputato di Fratelli d'Italia, passa in rassegna la questione delicata delle missioni internazionali. «Sulla parte del decreto che riguarda le missioni internazionali, oltre a ribadire che avremmo gradito uno spacchettamento delle missioni e avremmo voluto che si potesse discutere delle singole missioni e dare un parere a proposito, vogliamo ribadire che manca una strategia complessiva sulla sicurezza dell'Italia e sulle priorità strategiche per la politica estera italiana. Manca perché in questo dibattito e nello stanco riproporsi delle missioni sembra più che stiamo avendo ordine da fuori il territorio nazionale e la nostra partecipazione alle missioni è soltanto una manovalanza. Invece noi pensiamo che l'Italia sia un grande Paese e che comunque ha degli interessi strategici nei Balcani e nel Mediterraneo, sicuramente ha anche interessi globali per la lotta contro il terrorismo, ma crediamo che il tutto vada rivisto con una visione coerente, atteso che queste missioni costano molto», afferma il deputato.

L'INEFFICACIA SULLA VICENDA LIBICA – L'onorevole Cirielli esprime perplessità anche sulla gestione della vicenda libica: «Non siamo riusciti mai a far portare all'ordine del giorno la vicenda libica. Oggi noi ignoriamo sostanzialmente il problema, con un intervento risibile nella legge di rifinanziamento delle missioni di pace, di stabilizzazione, di cooperazione, come se la vicenda libica, che è la più grave al momento per l'Italia, non ci interessasse per niente. È questo uno dei problemi più gravi che dimostra il nostro Paese allo sbando, altro che norme liberticide», spiega l'onorevole Cirielli.