25 aprile 2024
Aggiornato 18:30
I dati sull'attività degli istituti sanitari

Istat: gli ospedali funzionano a mezzo servizio

I dati parlano chiaro. Oltre l'80% delle strutture ospedaliere italiane ha volumi di attività inferiori alla soglia prevista dalle linee guida internazionali. Il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, chiede che tutte le regioni dicano addio ai costi variabilli, e che rispettino invece la legge dello Stato.

ROMA - Oltre l'80% delle strutture ospedaliere italiane ha volumi di attività tropo bassi. Lo evidenziano i dati del Programma Nazionale Esiti 2014 (Pne), sviluppato dall'Agenzia per i Servizi Sanitari Regionali (Agenas) e presentati oggi.

SOLO IL 24% DEGLI OSPEDALI E' IN REGOLA - Su 490 strutture che eseguono più di 10 interventi per tumore alla mammella, ad esempio, solo il 24% presentano volumi di attività superiori a 150 interventi annui, che è il numero minimo indicato dalle linee guida internazionali. Non va meglio per le strutture dove vengono curati tumori al polmone, al colon, allo stomaco. Eppure, come sottolineato stamane dal direttore scientifico di Agenas Marina Davoli, "la mortalità diminuisce man mano che aumenta il volume di attività. Insomma, si cura meglio dove si cura di più».

LORENZIN: BASTA CON LA SANITA' A COSTI VARIABILI - "Ho salvaguardato in tutti i modi il Fondo sanitario che è uscito dalla legge di stabilità con un aumento sostanziale». Così il ministro della Salute Beatrice Lorenzin a margine della presentazione dei dati sull'efficienza delle strutture sanitarie, commenta i rumors su ulteriori tagli alla salute da parte delle Regioni. "Un intervento sul Fondo sanitario, che comunque dovrebbero essere le Regioni a chiedere - ha osservato - ritengo debba essere proprio l'ultima spiaggia. Io sono per la difesa del Fondo. Le Regioni, comunque non possono intervenire sul fondo sanitario. Serve una legge dello Stato. E se le Regioni decidono di far saltare il Patto per la Salute se ne devono assumere le responsabilità. Il patto per la salute serve ai cittadini italiani - ha precisato - non al ministro. Se le Regioni pensano di giocare un'operazione 'do ut des' hanno sbagliato porta».